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Botta e risposta Fava-Cgil sul caporalato. Il sindacato: 'venga con noi tra le campagne'
Continua il botta e risposta tra l'Assessore all'Agricoltura leghista Gianni Fava e la Cgil sulla questione del caporalato in agricoltura.
Se Fava aveva invitato la Cgil "a non strumentalizzare la vicenda", evitando "atteggiamenti farisaici" come "distribuire bottigliette d'acqua all'alba" ai lavoratori sfruttati, ora arrivano le parole piccate di Marco Bermani, sg della Flai Cgil Lombardia.
"Invito personalmente Gianni Fava a farsi promotore di un protocollo d'intesa lombardo con tutte le parti sociali coinvolte sul tema", dice Bermani, che non senza una punta di polemica, dal momento che "nelle altre Regioni tale protocollo è stato avviato da tempo", punzecchia il leghista, invitandolo a "seguire la Cgil nel bresciano, nel pavese e in Valtellina" per iniziative analoghe a quelle imbastite nel mantovano.
Sempre più dentro al tema dello sfruttamento del lavoro nelle campagne, di fronte agli scudi alzati da Fava in difesa degli agricoltori "dal volto umano", la Cgil ribatte che, se davvero tale volto si presentasse, dovrebbero essere "gli stessi agricoltori a segnalare le mela marce all'interno del sistema agricoltura del quale fanno parte".
Il segretario Bermani, infine, chiosa che quella dell'Italia tutta è una storia di contadini, che talvolta sulla propria terra hanno lasciato le penne, e che dunque "la vicenda merita rispetto".
Un problema peraltro, quello dello sfruttamento della manodopera, che l'assessore Fava dovrebbe conoscere peraltro bene, visto che era ancora la fine di maggio quando i consiglieri regionali Carra e Fiasconaro promisero a Palazzo di Bagno di sollevare il problema in consiglio, dopo i casi di caporalato nell'area del Destra Secchia. Tanto tempo è passato da allora, ma la questione sembra ancora lontana dall'essere risolta.
(n.r.)
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