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Mercoledi, 30 Aprile 8:42:pm

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Ricerca, nel Dna del neonato la possibilità di predire malattie future. Indizi nel sangue del cordone ombelicale

Maternità Nascita8ROMA, 30 apr. - Il cordone ombelicale potrebbe diventare una sorta di 'sfera di cristallo' in cui leggere il futuro dei bebè. Secondo uno studio, il sangue cordonale sembra avere il potenziale di fornire indizi precoci su quali neonati siano a maggior rischio di patologie a lungo termine tra cui diabete, ictus e malattie epatiche.

Potrebbe aiutare, così, i medici a prevedere eventuali problemi più in là nella vita. Questi indizi sono le alterazioni del Dna riscontrabili nel sangue del cordone ombelicale, che potrebbero aprire la strada a interventi precoci e potenzialmente salvavita.

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Covid, nuovo studio su strategie vaccinali per i più fragili

Virus Covid-19 3ROMA, 29 apr. - Un nuovo studio sulle strategie vaccinali anti Sars-CoV-2 mirate per i pazienti fragili, pubblicato di recente sulla rivista internazionale 'eBioMedicine', vede nel team di ricerca anche Fabio Fiorino, docente di Microbiologia e Microbiologia clinica presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell'università Lum 'Giuseppe Degennaro'.

Lo studio denominato 'PatoVac Cov', è coordinato da Donata Medaglini e ha visto la stretta collaborazione dell'università Lum Giuseppe Degennaro e di diverse unità operative complesse dell'azienda ospedaliero-universitaria di Siena.

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Ricerca, nello scheletro del gladiatore di York il morso di un leone: è la prova delle lotte uomo-animali

GranBretagna GladiatoreDiYork Resti1LONDRA, 27 apr. - Driffield Terrace, cimitero romano di York nel Regno Unito, 2mila chilometri dal Colosseo. Fra i resti dei corpi di giovani uomini uno in particolare colpisce l'attenzione di un gruppo di scienziati: è lo scheletro di un uomo di età compresa tra i 26 e i 35 anni, sepolto in una tomba con altri due e ricoperto di ossa di cavallo. Uno scheletro che mostra i segni dei morsi di un leone. Su un osso dell'anca, per esempio, spicca con chiarezza un solco che si ritiene sia stato lasciato dal dente della belva.

Per i ricercatori è la "prima prova archeologica di un combattimento tra gladiatori e animali, tra un essere umano e un leone" nell'Impero Romano. Una scoperta definita "estremamente emozionante" da Malin Holst, Dipartimento di Archeologia dell'Università di York e direttrice generale di York Osteoarchaeology, specializzata in scavi e analisi di resti umani. "Ora - dice - possiamo iniziare a costruire un'immagine migliore di come fossero in vita questi gladiatori".

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Tumori, Iss: 'In 15 anni mortalità ridotta di oltre il 20% in donne giovani'

Medico4ROMA, 26 apr. - Per le donne giovani è diminuito, negli ultimi 15 anni, il pericolo di vita dopo la diagnosi di cancro.

La mortalità per tumori si è ridotta di oltre il 20% nella fascia di età 20-49 anni dal 2006 al 2021. Nel 2024 si stimava che vivessero, dopo una diagnosi di tumore, circa 2 milioni di donne di cui la metà con una sopravvivenza che superava i 10 anni, un dato indicativo dell'efficacia delle terapie disponibili.

Sono alcuni dati dell'Istituto superiore di sanità in occasione della Giornata nazionale della salute della donna, che si è celebrata il 22 aprile.

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Sonnolenza diurna, nelle donne in terza età può indicare un principio di demenza

Sonno Sbadiglio3ROMA, 25 apr. - Quando vediamo una persona che in qualche modo pare appisolarsi durante la giornata siamo portati a pensare che abbia dormito poco o che comunque le sue prestazioni intellettive non siano al massimo. Non sempre però è cosi.

Bisogna controllare la situazione se questo segnale si ripete ogni giorno, magari anche in ore che non sono quelle classiche dell'abbiocco, ovvero quelle postprandiali.

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Morte Papa Francesco: post infezione il rischio di ictus è 5 volte maggiore

Ictus3ROMA, 24 apr. - La polmonite, l'ictus cerebrale e il collasso cardiocircolatorio: a fare chiarezza sulle cause della morte del Pontefice sono l'infettivologo Matteo Bassetti e lo pneumologo Francesco Blasi che indicano una correlazione diretta tra la polmonite bilaterale che ha colpito Bergoglio e la morte per ictus.

"L'ictus che ha colpito il Papa è strettamente correlato alla sua infezione respiratoria, complessa e a un quadro di comorbidità - afferma all'Adnkronos Salute Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale policlinico San Martino di Genova -. Mi dispiace essere in disaccordo con alcuni colleghi che non hanno ricordato il legame tra le infezioni e l'ictus: diversi lavori scientifici pubblicati su riviste internazionali come 'Stroke', dicono che chi ha avuto o ha in corso una infezione rischia 5 volte di più di avere un ictus. Su quello che ha colpito il Papa, e nessuno può provarlo se non con una autopsia che non faranno - chiarisce l'infettivologo - possiamo dire che ha avuto una patologia ictale", condizione neurologica che si verifica quando un'area del cervello non riceve più sangue e ossigeno, causando danni ai tessuti cerebrali, "molto probabilmente correlata all'infezione polimicrobica ai polmoni che aveva colpito il Santo Padre".

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