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Giornata Mondiale del Sollievo: sabato 25 a Mantova il convegno 'Le parole del sollievo'

Mantova TeatroBibiena Interni1MANTOVA, 23 mag. - La Giornata nazionale del Sollievo, istituita nel 2001 dal presidente del Consiglio dei Ministri, si pone come obiettivo la promozione e diffusione della cultura del sollievo dalla sofferenza non solo fisica ma anche morale considerando i bisogni effettivi delle persone in situazioni di profondo dolore.

Si evidenzia un convegno di sensibilizzazione e promozione della cultura del sollievo dal titolo "Le parole del sollievo" che si terrĂ  sabato 25 maggio presso il Teatro Scientifico del Bibiena - Via Accademia 47, Mantova (Direttore scientifico: Dott.ssa Teresa Sabina Mediani).

Nel territorio dell'ATS Val Padana sono tre le Reti Locali di Cure Palliative afferenti all'ASST di Crema, ASST Cremona e ASST Mantova (capofila) e rappresentano un'aggregazione funzionale ed integrata, formata da tutti i Soggetti erogatori di cure palliative garantite nei diversi setting assistenziali e dai diversi attori che concorrono alla realizzazione degli interventi in merito alla presa in carico, come i Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS). La Rete Locale di Cure Palliative promuove l'identificazione precoce di persone con necessitĂ  di cure palliative e, attraverso la definizione di percorsi di cura, modulati sui bisogni del paziente e della sua famiglia garantisce l'assistenza nel setting assistenziale piĂą appropriato e la continuitĂ  della cura tra ambiti assistenziali e livelli di intensitĂ  assistenziale differenti.

"Ospedale senza Dolore" è stato lo slogan che ha accompagnato in questi vent'anni interventi di sensibilizzazione e attenzione all'argomento dolore nei diversi contesti di assistenza. Si è passati infatti dalla sola misurazione nei reparti chirurgici, oncologici o hospice alla diffusione di una adeguata presa in carico in ogni contesto di cura.

Si pensi solo, dice il Dott. Speciale, Direttore del Servizio Fragilità e Non Autosufficienza di ATS Val Padana, alla ormai diffusa misurazione della scala del dolore anche nelle diverse strutture e servizi che ospitano disabili e anziani. La misurazione più semplice del dolore è chiedere agli assistiti di rappresentare il proprio dolore in una scala da 0 (assenza) a 10 (massimo dolore percepito) per capire la soglia di accettazione di ogni sofferenza. Anche in ambiente pediatrico, dove i bambini non sono in grado di rispondere ad una scala numerica si utilizzano immagini o colori per capirne il vissuto. Non a caso il dolore è il quinto parametro vitale e come tale deve accompagnare la documentazione sanitaria di ogni presa in carico assistenziale. L'ascolto del dolore impone non solo empatia nell'assistenza ma anche capacità di comprendere cosa effettivamente il nostro assistito provi anche quando non sia in grado esprimersi o vi siano problemi cognitivi. Allo scopo, la letteratura scientifica mette a disposizione specifiche scale osservazionali che sfruttano l'attenta analisi della postura, della deambulazione e delle smorfie facciali. Provare un dolore fisico è un'esperienza talmente diretta e personale che non può essere messa in dubbio. La certezza del proprio dolore è spesso contrapposta all'incertezza di essere capiti e compresi dagli altri facendoci riflettere sull'unicità dell'esperienza umana e sulle sfide della comunicazione soprattutto in ambiente sanitario.

Oggi sappiamo bene come, anche in assenza di dolore, vi sono prestazioni mediche o infermieristiche che possono provocare frequentemente dolore intenso da gestire, a giudizio clinico, anche farmacologicamente ma è necessario non tralasciare una adeguata spiegazione del tipo di manovra assistenziale che si andrà a compiere o del decorso clinico atteso dopo la procedura. La comunicazione riveste, dunque un ruolo centrale nell'ambito sanitario, poiché influisce direttamente sulla qualità delle cure e sull'esperienza complessiva del paziente. Questa componente si estende ben oltre la semplice trasmissione di informazioni mediche e coinvolge aspetti fondamentali come l'empatia, la comprensione e la collaborazione. La comunicazione con il proprio assistito è infatti uno degli aspetti che aiuta maggiormente a comprenderne la condizione psicofisica.

La presa in carico precoce del dolore cronico, anche non oncologico, attraverso i servizi di Cure Palliative domiciliari permette di migliorare la qualitĂ  di vita degli assistiti e dei loro familiari.

Per questa XXIII edizione, le Reti Locali di Cure Palliative del territorio di ATS Val Padana, coordinate dal Dipartimento Interaziendale di Cure Palliative, hanno programmato diversi eventi formativi.

 


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