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Formigosa incontra i profughi. Nel mantovano sono 600, lo 0,14% della popolazione. Le invasioni hanno numeri diversi. Ghidoni: 'Di che vi preoccupate? Non avranno mai una casa Aler o del Comune' (video)
MANTOVA, 5 set. - In tutta la provincia di Mantova sono ospitati 600 profughi, lo 0,14% sul totale della popolazione provinciale. In Italia sono 150mila i profughi presenti, su circa 60 milioni di abitanti, il 0,25% sul totale della popolazione. Non certo un'invasione, come qualcuno vorrebbe far credere.
A snocciolare questi dati, ieri a Formigosa durante il confronto fra amministratori locali e residenti preoccupati (non tutti a die il vero) per l'arrivo di dodici profughi in tre appartamenti della frazione, è stata la dottoressa Papaleo della Prefettura di Mantova.
"Attualmente - ha detto la rappresentante del prefetto - per l'accoglienza dei profughi sono coinvolte 47 strutture in 25 comuni". Anticipando le risposte alle preoccupazioni dei residenti, la dottoressa Papaleo ha ricordato che "dal punto di vista sanitario i controlli iniziano giĂ quando i migranti si trovano in mare, sulle imbarcazioni di fortuna che li trasportano dalla Libia alle coste siciliane. E proseguono una volta sbarcati e anche dopo. Quando dal centro di appoggio di Milano, poi arrivano a Mantovano come prima cosa vengono visitati dagli operatori della Croce Rossa e vengono anche vaccinati".
In gran parte si tratta di persone che stanno bene, a parte i postumi di viaggi apocalittici. La rappresentante della Prefettura, coadiuvata dal dirigente dei servizi sociali del Comune di Mantova, Ernesto Ghidoni, ha sfatato alcune leggende che si accompagnano all'arrivo dei profughi: "Non è vero - ha detto - che ogni profugo ha 35 euro al giorno a disposizione. I soldi vengono dati dal Ministero dell'Interno alle cooperative o associazioni che si aggiudicano gli appositi bandi. E si tratta di fondi ministeriali ed europei. Le casse dei comuni non vengono toccate".
Falso anche che i profughi occcupino appartamenti Aler o comunali. Vivono in strutture prese in affitto dalla cooperativa che li ha in carico. "Questi ragazzi - ha aggiunto il dirigente del settore servizi sociali del Comune - non avranno mai una casa dal Comune o dall'Aler, perché non avranno mai i requisiti per entrare in graduatoria, come ad esempio i cinque anni di residenza sul territorio".
Si diceva che l'incontro organizzato ieri doveva servire per far conoscere e avvicinare profughi e residenti. Alla fine, però, i profughi, 10 ragazzi pakistani e due ragazze afghane, ospitati in tre appartamenti presi in affitto dalla Cooperativa Sociale La Cosa che si è aggiudicata il bando per l'assistenza, sono rimasti in un angolo. Fermi ad ascoltare il confronto fra gli amministratori locali e i residenti di Formigosa. Un confronto piuttosto civile, duro in alcune parti, con la presenza discreta di quattro militanti della sezione mantovana del movimento di estrema destra Forza Nuova e quella di alcuni esponenti di eQual, movimento vicino alla sinistra.
Un confronto organizzato per fare chiarezza e tranquillizzare soprattutto quei residenti preoccupati che la presenza dei dodici profughi, destinati dalla Prefettura a Formigosa dopo che inizialmente erano stati portati in un hotel di Virgiliana con altri 25 ragazzi nelle loro stesse condizioni, potesse destabilizzare gli equilibri di una comunitĂ , tutto sommato, tranquilla.
Loro, i profughi, presenti in quattro, come si diceva non sono intervenuti. Impauriti e disorientati ancora non parlano l'italiano, ma presto inizieranno un percorso di alfabetizzazione. Li abbiamo sentiti poco prima dell'inizio del dibattito, qualche battuta per dire che sono arrivati dal Pakistan dopo essere sbarcati in Grecia e aver attraversato buona parte dellìEuropa balcanica, passando per l'Ungheria. "Ora stiamo bene - ha detto uno di loro - e siamo felici. Il futuro? Vedremo".
"Vivono in tre appartamenti - spiega Luca Zanardi ella Cooperativa La Cosa che gestisce la loro permanenza - e per prima cosa abbiamo imposto una serie di regole di civile convivenza, che stanno rispettando. Nei sei mesi che intercorreranno dal loro arrivo alla decisione da parte degli organismi competenti di concedere loro il richiesto status di rifugiati politici, intraprenderanno dei percorsi di formazione. In particolare alfabetizzazione della lingua italiana e cercheremo anche di consocerli meglio per capir le loro attitudini e cercare di trovare modi per occupare il tempo. Nella gestione della casa e nel cucinare sono autonomi. Il percorso che svolgeranno, a tal proposito, è proprio indirizzato a far ottenere loro la piena autonomia".
Quando la parola è passata al pubblico, la prima domanda sul tema è stata se Formigosa è obbligata ad accogliere i profughi. "Ci sono una serie di norme e leggi - ha risposto la dottoressa Papaleo della Prefettura - che mi fanno dire di sì. A partire dalla Costituzione italiana che garantisce il diritto di asilo, fino alle recenti normative europee".
Altro tema caldo quello della sicurezza, con alcuni cittadini che chiedevano la presenza di una pattuglia fissa dei carabinieri a Formigosa: "Da marzo 2014 a oggi, quando è iniziata l'emergenza migranti - ha risposto ancora Papaleo - non ci sono stati problemi di ordine pubblico riconducibili alla presenza dei migranti".
In linea di massima, però, è parso che i residenti di Formigosa siano ben predisposti verso i nuovi arrivati. Alcuni si sono resi già disponibili a donare loro vestiti e altri generi necessari, mentre una ragazza ha preso la parola per dire che serve uno sforzo da parte di tutti per integrare quesi ragazzi: "Più le persone si sentono parte integrante della comunità di cui fanno parte - ha detto - meno problemi creeranno". Sono seguiti poi diversi interventi che poco c'entravano con il tema del giorno e che portavano all'attenzione dell'assessore al welfare Andrea Caprini e del vicesindaco Giovanni Buvoli situazioni personali di difficoltà . "Il Comne di Mantova - ha detto Andrea Caprini - non lascia nessuno per strada. Destiniamo il 25% del bilancio ai servizi sociali e siamo uno dei Comuni che mette più risorse in questo settore".
Un esponente di Forza Nuova ha chiesto se ci sono organismi competenti in grado di verificare se davvero i migranti scappino da situzioni di guerra e violenze. Una risposta non è arrivata, in quanto, a detta dei relatori, non era la sede opportune per affrontare quegli argomenti.
(e.s.)
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