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'Ndrangheta a Mantova, Processo Pesci: 10 condanne, 28 anni per Nicolino Grande Aracri
MANTOVA, 21 set. - La montagna non ha partorito un topolino. Il Tribunale di Brescia, questa mattina, ha emesso dieci condanne nei confronti degli imputati nel processo Pesci, la diramazione mantovana del processo Aemilia che certifica la presenza della 'ndrangheta anche a Mantova.
Pena piĂą alta per l'imputato Nicolino Grande Aracri, considerato il boss della 'ndrina molto potente nel nostro territorio e nel nord in generale. Per lui il collegio dei giudici del Tribunale di Brescia ha chiesto 28 anni, si tratta della prima volta che il capo-cosca viene riconosciuto colpevole da un tribunale del Nord Italia.
Queste le altre condanne: 26 anni per il muratore di Borgo Virgilio Antonio Rocca, considerato il braccio destro del boss; 4 anni a Deanna Bignardi, moglie di Rocca e 9 mesi con la condizionale al figlio Salvatore; 19 anni a Giuseppe Loprete, 10 anni a Alfonso Bonaccio, 18 anni a Salvatore Muto, 4 anni e 6 mesi a Giacomo Marchio, 4 anni ognuno ai fratelli Ennio e Danilo Silipo.
Di diversa natura e gravitĂ i reati contestati: estorsione, minacce, detenzione abusiva d'armi, associazione a delinquere di stampo mafioso. Tutte accuse relative a fatti avvenuti a Mantova e Cremona. I giudici hanno deciso provisionali di risarcimento per l'imprenditore Matteo Franzoni, 70mila euro, e per l'Associazione Libera, 200mila euro.
Sei le persone assolte: Gaetano Belfiore, Antonio Floro Vito, Moreno Nicolis, Antonio Gualtieri, Salvatore e Rosario Grande Aracri nipoti di Nicolino.
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