Fiom - Ufi filters, pugno di ferro per evitare nuovi esuberi mantovani

MANTOVA - La Fiom Cgil sull'attenti, aspettando l'incontro che lunedì, a Verona, farà - così si spera almeno - luce sul futuro di 220 dipendenti di Ufi Filters spa, teste pronte a saltare come tappi di champagne, data la volontà dell'azienda di delocalizzare la produzione.

In un territorio nel quale a rendere le misure della crisi sono le sette aziende che in media chiudono ogni giorno, Ufi ha presentato la propria strategia per sbarcare il lunario. Lo ha fatto nel corso di un incontro che, giovedì sera, ha visto i rappresentanti dell'azienda presieduta da Giorgio Girondi - nella fattispecie i direttori di stabilimento e la responsabile delle risorse umane - sedere allo stesso tavolo con la Fiom e con esponenti di Confindustria Mantova. Il piano: 220 esuberi, chi da Nogarole Rocca, chi da Porto Mantovano, chi da Marcaria.

Immediata la risposta del sindacato, che, sebbene più sul chi va là che sul piede di guerra, ha subito proclamato un'ora di sciopero. Ieri sera, venerdì, quindi, uno stop della produzione ha consentito alla Fiom di "confrontarsi e informare i lavoratori", dice Mauro Mantovanelli, che della Fiom Cgil è il segretario generale. E continua: "la situazione è critica, pesante per il territorio, ma l'incontro ufficiale si terrà a Verona lunedì: prima di quello, intendiamo solamente esprimere la nostra speranza e il nostro impegno, per riuscire a trovare un punto d'incontro con l'azienda, affinché la riorganizzazione aziendale non pesi in modo così massiccio sui lavoratori e su un territorio già drammaticamente provato dalla crisi".

Al centro della tempesta, le difficoltĂ  del settore automotive, in picchiata parallelamente al declino delle vendite di autovetture. Per limitare i danni dunque, Ufi intenderebbe sfruttare maggiormente gli stabilimenti che giĂ  possiede in piĂą parti del mondo per la produzione. La Cina, in particolar modo, dove il lavoro costerebbe dieci se non venti volte meno che nel Belpaese, rappresenta una fortissima attrattiva per l'azienda, ma si parla anche di India e Tunisia.

Ancora tutto di ufficioso, naturalmente, ma la scenografia sembra giĂ  predisposta: ci si aspetta l'ennesimo campo di battaglia tra lavoratori e proprietĂ . Ora siamo sull'attenti, si diceva, forse tra poco, questione di ore, arriverĂ  il segnale di fuoco.

Nicola Roli