Gender Gap, in Italia una donna in media guadagna 7.900€ l'anno in meno rispetto agli uomini (-30%)
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- Creato 06 Marzo 2024
- Pubblicato 06 Marzo 2024
ROMA, 06 mar. - Con specifico riferimento alle condizioni lavorative delle donne, secondo gli ultimi dati pubblicati dall'Inps in Italia una lavoratrice dipendente guadagna in media 7.900€ l'anno in meno rispetto agli uomini (-30%).
Un divario che muta in funzione della qualifica (dal 14% nei quadri al 41% negli operai) e che viene alimentato da molteplici fattori, tra cui il numero medio di giornate retribuite, le donne dipendenti lavorano in media 236 giorni l'anno contro i 251 degli uomini (-6%); la qualifica professionale, solo il 22% dei dirigenti è donna, mentre le quote rosa salgono al 32% tra i quadri e gli operai e al 59% tra i dipendenti con ruoli impiegatizi; la tipologia contrattuale, il 31,6% delle donne lavora part-time, contro il 7,6% degli uomini; il 15,2% ha un lavoro temporaneo, contro l'11,6% degli uomini. Tuttavia, anche a parità di condizioni contrattuali e ore lavorate il profilo retributivo delle donne risulta inferiore a quello degli uomini.
Secondo l'OCSE, infatti, in Italia il gender pay gap, ovvero la differenza tra le retribuzioni mediane di uomini e donne dipendenti a tempo pieno, è pari al 5,7%. Uno dei valori più bassi tra quelli registrati nell'Area Ocse (in testa il Giappone con il 22,1%, poi Canada 16,7% e Stati Uniti 16%, il Regno Unito è al 14,2%, la Germania al 13,5%, Francia 11,6%, meglio dell'Italia la Norvegia al 4,6%).
Sebbene più basso rispetto ad altri Paesi e in miglioramento (nel 2002 era al 15,7%) il gender pay gap rimane solo uno degli aspetti della gender inequality. Una dimensione economica che incide ovviamente sui consumi.
In Italia una donna spende ogni anno in media l'11% in meno rispetto agli uomini (poco meno di 2.700€ in valore assoluto). Un divario ampio e pressoché invariato rispetto al periodo prepandemico. Contestualmente, stando ai dati pubblicati dalla Banca d'Italia, la propensione agli acquisti delle donne è mediamente superiore rispetto a quella degli uomini. Mentre, infatti, le donne destinano ai consumi il 79% del proprio reddito individuale, tra gli uomini la stessa percentuale scende al 71% (8 punti percentuali in meno). L'Ufficio Studi Coop stima che l'azzeramento del gender gap su redditi da lavoro e pensione degli italiani si tradurrebbe in una crescita dei consumi di 1 miliardo di € su base annua. Se poi si andasse oltre la punta dell'iceberg, azzerando i tanti divari di genere nel mondo del lavoro relativi a condizioni, ruoli e tipologie contrattuali (quel -30% citato inizialmente) la crescita dei consumi complessivi sarebbe ben maggiore, arrivando a 7,7 miliardi di € l'anno. Una maggiore spesa che potrebbe coinvolgere, stando ai modelli di consumo attuali, i generi alimentari, cura e benessere, casa.
(adnKronos)
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