Mestieri antichi e innovazione: con il laboratorio del Politecnico di Milano 50 studenti trasferiscono le tecniche di intreccio della canna palustre in archiettura e design sfruttando polimeri riciclati 'made in Mantova'
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- Creato 09 Maggio 2024
- Pubblicato 09 Maggio 2024
RIVALTA SUL MINCIO, 09 mag. - Ibridazione di tecniche antiche e nuovi saperi contemporanei, partendo dal territorio mantovano e, in particolare, dalle terre del Mincio a Rivalta, dalle loro tradizioni che diventano una base di lavoro per progetti innovativi.
E' questo il tema al centro del percorso "Weaving Landscapes" che vede uniti Politecnico di Milano, TextilesHub, l'azienda mantovana impegnata nell'innovazione per il tessile PolRe, Museo Etnografico dei Mestieri del Fiume di Rivalta sul Mincio, Associazione Genius Loci Mincio e Comune di Rodigo, con il supporto di Parco del Mincio e Provincia di Mantova.
L'iniziativa è stata illustrata oggi (9 maggio) da Nadia Zamporetti (fondatrice della start-up PolRe e dell'associazione Genius Loci Mincio), Gianni Grassi (sindaco di Rodigo), Alessandra Zanelli (docente del Politecnico di Milano), Maurizio Pellizzer (Presidente del Parco del Mincio) e Carlo Bottani (presidente della Provincia di Mantova).
Per due giorni (8-9 maggio) 50 studenti del Politecnico di Milano, Facoltà di Architettura, Corso in "Design of Ultra-Lightweight Building Systems", hanno partecipato a uno speciale workshop strutturato appositamente sul territorio di Rivalta sul Mincio, con l'obiettivo di trasferire le antiche tecniche dei mestieri del fiume – studiate, valorizzate e diffuse attraverso il Museo Etnografico – a studenti provenienti da tutto il mondo, affinché possano riproporle in impieghi innovativi ed ecosostenibili in architettura e design. Il progetto è stato curato dai docenti del Politecnico di Milano Alessandra Zanelli, Salvatore Mancuso, Carol Monticelli e Amir Ahmadnia con la collaborazione degli architetti Haya Alhussaini, Elisa Galdolfi e Federica Luppi, in stretta sinergia con l'associazione rivaltese Genius Loci Mincio, l'azienda PolRe e il Comune di Rodigo.
L'obiettivo del progetto è quello di recuperare le antiche tecniche di intreccio della canna palustre, per riproporne schemi e trame in prodotti e strutture contemporanee, su piccola e larga scala, che utilizzano materiali riciclati e a basso impatto ambientale, altamente flessibili e adatti anche a strutture architettoniche.
Nella prima parte del laboratorio, gli studenti hanno lavorato insieme a due artigiani impagliatori mantovani, Ettore Gastini di Moglia e Angelo Milani di Cavriana, che da sempre si impegnano per tramandare le conoscenze sull'intreccio della canna palustre e le pratiche dei mestieri del fiume come la realizzazione di ceste, ma anche del "bartavello" per la pesca. Una lezione non solo frontale, ma pratica. I partecipanti al workshop, infatti, durante la prima giornata hanno sperimentato con le loro mani le tecniche di intreccio, sotto la guida degli artigiani.
Quindi si è passati alla seconda fase, quella in cui gli studenti hanno lavorato su idee e modelli in cui trasferire le tecniche di intreccio tradizionali e tipiche del territorio, grazie alle potenzialità di materiali altamente innovativi, flessibili, durevoli e resistenti, che permettono di replicare le tecniche di intreccio per creare elementi architettonici e complementi d'arredo. I materiali sono quelli brevettati dall'azienda mantovana PolRe, specializzata nella ricerca e l'innovazione in campo tessile: una tecnologia che prevede un cuore di polimero riciclato e un esterno realizzato con diverse texture e materiali. Elementi quindi, estremamente adattabili che hanno dato agli studenti di lavorare su progetti molto diversi tra loro. Si va dalla creazione di elementi architettonici per riparare dal sole pensati per le facciate degli edifici, a piccoli padiglioni espositivi, fino a lampade e oggetti d'arredo. Il laboratorio ha lasciato libero spazio alla fantasia degli studenti.
A dare ulteriore valore aggiunto c'è il fatto che i materiali impiegati sono ultraleggeri e, quindi, rispondono a pieno alla necessità promossa dal corso del Politecnico di proporre soluzioni nuove in architettura che consentano di utilizzare meno materiale possibile, in ottica di responsabilità verso l'ambiente e le sue risorse. Infine, le strutture costruite con questa tipologia di polimero ultraleggero riciclato possono essere integrate con elementi di elettronica e sensoristica, che rendono l'intreccio interattivo e capace di leggere temperatura, grado di umidità , vento e luce, e di adattarsi di conseguenza.
Il progetto "Weaving Landscapes" vedrà , dopo il laboratorio di Rivalta, un secondo capitolo in occasione della rassegna Mantovarchitettura: la conferenza del 15 maggio (ore 10.30 Facoltà di Architettura dell'Università di Mantova), con la partecipazione dell'architetta di fama internazionale con base a Barcellona Benedetta Tagliabue. Tagliabue è fondatrice con Eric Miralles dello Studio Miralles Tagliabue e proprio dell'intreccio come elemento architettonico e dell'architettura sostenibile ha fatto la sua cifra stilistica. Tra i progetti più celebrati a livello mondiale realizzati dal suo studio ci sono il Parlamento Scozzese a Edimburgo e la sede di Gas Natural a Barcellona.
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