Felicitá é tenere per mano
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- Creato 15 Febbraio 2015
- Pubblicato 15 Febbraio 2015
Lo confesso, dopo sei anni di vita all'estero e senza la televisione, il Festival di Sanremo non Ă© proprio in cima ai tuoi pensieri.
Anzi, manco ti rendi conto di essere entrato in quei giorni. Ma per fortuna Facebook c'é... e quando vedi la cover di un'amica riesumare l'immagine di due giovani Albano e Romina in una espressione di futile gioia che solo chi ha vissuto gli anni ottanta puó capire.. beh... allora guardi il calendario e pensi che il Festival dev'essere iniziato e quest'anno ha probabilmente superato. La riesumazione della Carrá é stato lo schizzo, il prototipo prima di sfornare il vero capolavoro, quello ti fa pensare che da oggi il mondo del revival trash non sará piú lo stesso.
Lo confesso, non riuscirĂł a non andare su youtube a guardarmi quella che sono certo Ă© stata l'Esibizione (con la E maiuscola). E intanto penso... ma erano in concorso? Basta un click per scoprire che no, erano solo ospiti. Niente canzone nuova quindi, solo i classici... e tiro un sospiro di sollievo. SĂ, perchĂ© se avessero vinto, il prossimo mese di maggio questa nuova canzone l'avrei sentito in autobus, nei negozi, in macchina... ovunque vi sia una radio islandese accesa. Questo perchĂ© chi vince il festival di Sanremo rappresenta l'Italia all'Eurofestival.
L'Eurofestival in Italia non se lo fila nessuno, in Islanda Ă© piĂş o meno come la finale dei mondiali di calcio in Italia quando in campo ci sono gli azzurri. Il paese si ferma, i take-away, per solo per una sera, lavorano a ritmi newyorkesi e le canzoni in concorso imperversano alla radio per settimane.
E la musica melodica italiana piace. Molto. Troppo. Dici Italia un islandese e lui ti risponde Eros Ramassotti. Umberto Tossi. A volte persino Ghigliola Chinqueti: della sua Non ho l'etá ne esistono piú di una versione in islandese.
Tradurre in islandese le canzoni italiane Ă© prassi molto comune. Ma non Ă© esattamente la stessa operazione che spesso fecero in passato i nostri piĂş stimati cantautori: prendere una canzone straniera e cercare con un traduzione piĂş o meno letterale, di renderne il senso. No, qui dell'originale si tiene la melodia e se ne stravolge totalmente il testo, spesso trasformandolo in canzone di Natale. CosĂ, a seimila chilometri di distanza di casa, ti capita di sentire quella canzone che ti sembra familiare... e sorridi tra sĂ© pensando... ah sĂ... questo Ă© Zucchero, la Cinquetti, Pippo Franco, Orietta Berti, i Ricchi e Poveri...
E alla fine non puoi far altro che arrivare alla piĂş banale delle constatazioni: qualche decennio fa l'Italia esportava gli Area, il Banco, la PFM, Pino Daniele... ora esporta Ramazzotti , Tozzi, la Cinquetti, Pippo Franco, Orietta Berti, i Ricchi e Poveri. Decine di anni non sono purtroppo passati invano. Non solo per l'Italia, ma per la musica intera.
(g.f.)
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