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San Sebastiano, Tempio per l’architettura. Il nuovo allestimento celebra il genio di Leon Battista Alberti

Mantova TempioSanSebastiano Inaugurazione1MANTOVA, 18 giu. – Con l'inaugurazione del nuovo allestimento interno del Tempio di San Sebastiano si realizza il primo tassello del progetto di riordino museologico e museografico delle collezioni nelle sedi di Palazzo Te, Palazzo San Sebastiano e Chiesa di San Sebastiano messo in campo dal Comune di Mantova e dall'ufficio Musei.

Il pregevole intervento, reso possibile dalla collaborazione con il Demanio dello Stato, proprietario del Tempio, del Ministero della Cultura, di Palazzo Ducale e della Regione Lombardia che ha contribuito fattivamente a sostenere le spese, restituisce alla chiesa l'originaria identità di monumento tipicamente albertiano e la mette in condizione di divenire un nuovo spazio polivalente e di confronto sui temi dell'architettura. La progettazione dell'allestimento è stata quindi affidata dal Comune di Mantova all'arch. Marco Bonfà mentre la realizzazione dei supporti e dell'illuminazione a Promofiere Verona.

Tutte le scelte sono state precedente condivise da un ampio gruppo di lavoro costituito da Settore Cultura, Lavori Pubblici in sinergia con Palazzo Ducale e la collaborazione di Fondazione L.B. Alberti. All'inaugurazione, questa mattina, del nuovo allestimento del Tempio di San Sebastiano inserito nel programma delle celebrazioni del 550° anniversario della morte di Leon Battista Alberti e dell'inizio dell'edificazione della Basilica di Sant'Andrea in Mantova, sono intervenuti il sindaco di Mantova Mattia Palazzi, il direttore dei Musei Civici Veronica Ghizzi, il direttore di Palazzo Ducale Stefano l'Occaso e il presidente della Fondazione Alberti Federico Fedel. In occasione dell'inaugurazione, l'Amministrazione ha disposto l'apertura gratuita al pubblico per i giorni di sabato 18 giugno dalle 12.30 alle 18.30 e domenica 19 giugno dalle 10.00 alle 18.30.

Mantova SanSebastiano Tempio1L'idea di ripensare all'allestimento del Tempio nasce dal confronto scientifico tra Musei Civici e Fondazione L.B. Alberti nella sua veste di istituto mantovano preposto alla valorizzazione dell'opera albertiana. Nel 2019 si è scelto, insieme ad una nutrita cordata di realtà culturali mantovane, di candidare una proposta per la ri-funzionalizzazione degli spazi espositivi e artistici del Tempio di San Sebastiano come uno degli obiettivi cardine all'interno del bando PIC (Piano Integrato della Cultura di Regione Lombardia) dal titolo "Partiamo dal Te!" che è stato fortunatamente riconosciuto meritevole di finanziamento.

Il tempio di San Sebastiano è il primo edificio costruito a Mantova su progetto di Leon Battista Alberti. Grazie alla cronaca di un contemporaneo, Andrea Schivenoglia, sappiamo che nel 1460 inizia la costruzione di un Tempio dedicato al santo invocato contro la peste, San Sebastiano, in una zona vicina alle mura della città, verso l'isola dove sorgerà Palazzo Te. Il marchese Ludovico II Gonzaga "per uno insonio" di una notte lo commissiona ad Alberti che si serve di Luca Fancelli per portare avanti il progetto e realizzare la decorazione architettonica. Nonostante le difficoltà costruttive del cantiere, le continue battute di arresto, il risultato visibile è quello di una struttura straordinariamente moderna e si fatica da subito a identificarla come chiesa.

Il cardinale Francesco Gonzaga, figlio dello stesso Ludovico, nel 1473 scriverà perplesso di non comprendere se si tratti invece di una moschea o di una sinagoga. Alberti infatti usa la pianta centrale, tipica di molti edifici dell'antichità, per creare un linguaggio completamente nuovo, usa un alfabeto antico per creare un linguaggio dirompente ed estremante "contemporaneo". La presenza del portico, trattato come un corpo autonomo e indipendente, ricostruisce idealmente quella struttura composta da cella e pronao, innalzati su un alto podio, che Alberti, sulla scorta delle osservazioni di Vitruvio, aveva considerato come forma ideale del tempio antico nel suo trattato De re aedificatoria.

La planimetria si ripete identica nella chiesa inferiore, che ha un accesso indipendente rispetto all'aula superiore, e una sua fronte d'ingresso, e non può, quindi, essere considerata semplicemente una cripta, anche perché non esistono collegamenti interni. La lentezza nel procedere delle opere della costruzione e l'attenzione rivolta da Ludovico Gonzaga alla nuova chiesa di Sant'Andrea, lasciano alla morte di Alberti, il San Sebastiano ancora incompiuto in molte parti. Quanto fedele all'indicazione dell'umanista sia il completamento dovuto ai canonici Lateranensi a partire dal 1488 è problema ancora aperto.

Durante il restauro eseguito tra il 1922 e il 1925, si decide di trasformare l'edificio, da tempo abbandonato, in sacrario ai caduti, alterandone profondamente la struttura, con una modifica delle le aperture, il rifacimento della volta sostituendo i pilastri e le basi di sostegno ma soprattutto per l'aggiunta impropria delle due scalinate di accesso in facciata; la scala antica, infatti, tuttora esistente e risalente alla fine del Quattrocento, è posta all'interno di una loggia, sul lato sinistro del portico; e lì, in corrispondenza con le testate laterali del pronao, probabilmente Alberti aveva immaginato le due rampe d'ingresso al suo tempio. Provenienti dalla chiesa sono i plutei prima posti sulle balaustre esterne e poi sostituiti da copie per ragioni conservative. Gli originali con rilievi decorati da motivi araldici gonzagheschi di gusto donatelliano sono ora posti all'entrata del tempio.

Mantova SanSebastiano Tempio2Con buona probabilità anche il modiglione con voluta e le lastre decorate con motivi araldici gonzagheschi erano parte integrate della decorazione originale del Tempio. Dal punto di vista iconografico le baccellature presenti sui lati della mensola a voluta richiamano direttamente quelle che decorano le anse del vaso scolpito sui plutei del San Sebastiano. Le foglie di quercia nella parte inferiore della 'spirale', quella meno consunta, presentano stilemi che si rintracciano sia nelle foglie di quercia che ornano i plutei che in quelle ancora in situ sul fascio orizzontale del portale centrale del vestibolo del Tempio. Tutti questi particolari sono la prova di un'omogeneità di linguaggio decorativo che contraddistingue i pezzi provenienti dalla chiesa albertiana.

"Il nuovo allestimento del Tempio di San Sebastiano fa parte del progetto di riorganizzazione complessiva tenendo presente che il patrimonio museale cittadino non deve essere statico e di pura contemplazione – ha detto il sindaco Palazzi -, ma deve rigenerare il rapporto tra i mantovani e le loro ricchezze artistiche. E la prossima realizzazione del museo delle collezioni a Palazzo San Sebastiano, oltre agli altri interventi già programmati vanno proprio nella direzione di un più vivo rapporto con la vita della città".

"Per me è sempre un'emozione trovarmi in questo spazio magico, in questa armonia di proporzioni – ha sottolineato Stefano L'Occaso -. È un bene per la città questa collaborazione tra Stato e Comune che offre l'opportunità di raccontare il rapporto tra la scultura del territorio e l'antico".

"Il nuovo allestimento si propone di approfondire criticamente il tema della decorazione architettonica mantovana del secondo Quattrocento ed offre la possibilità di raffrontare insieme i pezzi scultorei provenienti dalle fabbriche albertiane ora restituiti in una collocazione pertinente – aggiunge Veronica Ghizzi, Direttore Musei Civici di Mantova -. Una parte delle decorazioni di San Sebastiano ritornano nel luogo d'origine mentre altre, provenienti da Sant'Andrea e dal Palazzo Ducale di Revere, ritrovano in questa sede un nuovo contesto ideale per un confronto storico-artistico. Il rinascimento mantovano è un sentiero critico molto battuto ma la valorizzazione degli edifici e delle opere si persegue anche cercando strade e punti di vista differenti. Il progetto rappresenta infatti non un punto di arrivo ma una nuova opportunità di stimolo e studio comparato di cui saranno presentati gli esiti al termine delle indagini diagnostiche e scientifiche appena iniziate".


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