Il futuro di Fiera Catena… nel 1983! Le Idee per la Città presentate al Concorso Nazionale per un Piano Particolareggiato della Zona (Prima parte)
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- Creato 03 Aprile 2022
- Pubblicato 03 Aprile 2022
MANTOVA, 03 apr. - Il progetto pluriennale "Mantova Hub" rappresenta una svolta epocale nella sistemazione urbanistica del quartiere Fiera Catena, con l'estensione dell'intervento fino all'area di San Nicolò, aprendo la strada ad una riqualificazione dell'intero comparto che favorirà la sua integrazione con l'adiacente centro storico della città .
Un tema, quello del recupero funzionale dell'area di Fiera Catena, di cui oggi si vedono i primi passi nella realizzazione del più ampio progetto di Mantova Hub, che in più di un'occasione è stato oggetto di attenzione da parte delle varie Amministrazioni comunali succedutesi nel corso degli anni. Ma come è cambiata la visione generale che sta alla base di una così ambiziosa – e complessa – idea di intervento?
A questo interrogativo cerchiamo di offrire una risposta proponendo una rilettura della documentazione relativa all'iniziativa del 1982, sindaco Gianni Usvardi, sfociata in uno specifico Bando di Concorso Nazionale per la redazione del Piano Particolareggiato dell'area Fiera Catena. Per necessitĂ di spazio e per rendere piĂą facilmente fruibile la lettura, questo articolo viene proposto in due puntate distinte.
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Il Bando di Concorso del 1982 fissava due serie di obiettivi congiunti: la tutela ambientale e la difesa sociale degli insediamenti residenziali esistenti "in modo da garantire con il miglior risultato ambientale un'offerta fino a 500 stanze per l'edilizia sovvenzionata e le attrezzature collettive previste dagli standards urbanistici del P.R.G.".
Le direttive del bando puntavano contemporaneamente al recupero del porto Catena e del suo ruolo di scalo per la navigazione di diporto e di trasporto di passeggeri, alla riorganizzazione e ampliamento delle funzioni produttive-artigianali-terziarie, alla creazione di opzioni per il tempo libero e anche alla riorganizzazione del traffico tramite lo snellimento dei flussi e "una rete di accessibilitĂ tesa a favorire una penetrazione nel centro storico attestabile su parcheggi scambiatori, che vi incentivi la pedonalizzazione, orientando il traffico di transito sulla SS. Ostigliese (da realizzare come tangenziale est di Mantova)".
Troviamo in queste premesse una base di indirizzo che toccava temi tuttora attuali relativi all'area di Fiera Catena: una zona che nel tempo ha subito piĂą di altre un progressivo processo di decadenza. Declino legato alla perdita di importanza del porto fluviale, all'inarrestabile emorragia di attivitĂ divenute obsolete e anche alla presenza di installazioni militari, a cui il Concorso intendeva porre rimedio con soluzioni di recupero e ricostruzione, riconoscendo alla zona un ruolo importante per la sua collocazione a ridosso del centro storico, come elemento vitale della cittĂ , del suo paesaggio e del suo rapporto con l'acqua.
Ai progettisti era stata lasciata piena libertà di uscire dalle indicazioni del P.R.G. per proporre pubblicamente la loro "idea di città " e definire la zona dal punto di vista funzionale, oltre che formale. Chiaramente, non erano stati citati i vincoli del demanio sulla zona militare dismessa e nemmeno quelli determinati dalla presenza dell'antico cimitero ebraico. A rendere possibile la ricostruzione dettagliata di questa pagina della recente storia di Mantova è la pubblicazione curata da Pierre-Alain Croset e Mirko Zardini come estratto dalla rivista "Casabella" del luglio/agosto 1983, allegata alla mostra "Il futuro di Fiera Catena" tenutasi al Palazzo della Ragione tra novembre e dicembre del 1983 con l'esposizione dei progetti presentati al Concorso.
Fra i 13 progetti presentati fu dichiarato vincente quello del gruppo di Emilio Battisti (con P. Esposito, C. Mainati, L. Piantaniga), che rimase sulla carta e non fu realizzato. Nel suo insieme il progetto Battisti considerava negativa la situazione esistente e proponeva l'estensione della cittĂ fino alla sponda del lago con una serie di case a schiera, una dotazione di verde pubblico e una variante alla viabilitĂ .
Come precisava la relazione del gruppo Battisti, "Il progetto sviluppa un impianto insediativo unitario che estende, entro l'area interessata dall'intervento, la matrice del tessuto compatto della cittĂ storica, mantenendo quanto piĂą possibile continua ed omogenea la trama delle strade e la scala degli isolati". La connessione tra l'esistente e le parti nuove sarebbe stata assicurata da "una nuova linea, parallela a corso Garibaldi, che stabilisce il nuovo margine dei tessuti esistenti... Su questo asse viene prevista una spina di edifici di 5 piani, a pianta quadrata, con destinazione commerciale e terziaria e per servizi".
Rileggere questi presupposti a distanza di qualche decennio, in un contesto socioeconomico e anche culturale ampiamente modificato, rimarca da un lato il sostanziale cambiamento della visione urbanistica nella direzione di maggior attenzione alla sostenibilitĂ degli interventi e, dall'altro, la persistenza nel rapporto tra Fiera Catena e il centro storico di criticitĂ ancor oggi da risolvere.
A chiarire ulteriormente gli orientamenti alla base del Concorso è l'intervista dei redattori di "Casabella" all'allora assessore all'Urbanistica del Comune di Mantova Giorgio Bonaffini in cui si specifica l'obiettivo "di liberare il centro storico da alcune strutture terziarie... e di recuperare contemporaneamente interi edifici per la residenza. Di fatto il recupero è fondamentale per il centro storico, perché abbiamo 1518 alloggi sfitti nel Comune. E per una città di 62.000 abitanti non è poco".
Era il 1982 e anche all'epoca il problema della viabilità (con un traffico ben inferiore a quello odierno) era già decisamente sentito: "Fiera Catena si presenta un po' come un collo di bottiglia che esce sul corso Garibaldi. Poiché Mantova non possiede ancora una tangenziale estesa, è difficile dirottare il traffico di passaggio e di attraversamento della città . Dobbiamo tuttavia assolutamente togliere il traffico dal centro storico e, nello stesso tempo, evitare il prolungamento della circonvallazione attuale perché ciò impedirebbe l'uso pubblico delle sponde dei laghi, ciò che consideriamo come un dato prioritario della trasformazione della città ".
Un particolare aspetto estetico e formale che si evidenzia guardando gli elaborati dei progetti che hanno partecipato al Concorso è relativo alla qualità grafica delle immagini realizzate, ovviamente, con i mezzi tecnici dell'epoca predigitale e grazie alla fondamentale abilità dei progettisti nel disegno. (CONTINUA)
Guido Mario Pavesi
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