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Viaggio della memoria sulle tracce del capitano John Kay: il figlio Robert a Mantova sul percorso del padre in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale

Mantova ArchivioStorico Visita-RobertKayMANTOVA, 10 lug. – All'origine c'è la nutrita serie di appunti, note dettagliate e riflessioni contenute in un vecchio diario del capitano John Kay ed è per approfondire i contornidi questa documentazione che il figlio Robert ha deciso di intraprendere il viaggio lungo il percorso fatto dal padre in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale.

L'obiettivo di Robert Kay è scrivere un libro sulla vita del padre e condividere la digitalizzazione di tutto quanto riuscirà emergere dalla sua ricerca nelle varie località toccate dal genitore come componente dell'Intelligence dell'Esercito statunitense durante il periodo della liberazione dell'Italia.

Il capitano Kay passò da Mantova nell'aprile del 1945 ed ebbe modo di redigere su un modulo prestampato le condizioni generali della città in quella fase di transizione. È per questo che Robert Kay è a Mantova e questa mattina ha fatto tappa anche all'archivio comunale del Centro Baratta, in corso Garibaldi.

Mantova ArchivioStorico RapportoKay1Ad accoglierlo erano presenti, tra gli altri, l'assessore del Comune di Mantova al Sistema Bibliotecario Alessandra Riccadonna, il responsabile dell'archivio comunale Andrea Barbieri, Renato Zavattini dell'Istituto Mantovano di Storia Contemporanea, lo storico e scrittore Carlo Benfatti, l'archivista Paola Fila e Giacomo Cecchin che ha curato l'incontro e l'iniziativa.

La storia di John Kay è emblematica perché è fatta di tre culture: quella tedesca della nascita da famiglia ebraica in Germania, quella italiana dell'adolescenza a Merano dopo le leggi razziali di Hitler e quella americana degli studi e del ritorno in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale in veste di capitano dell'esercito statunitense al seguito degli alleati durante la liberazione dell'Italia.

"John Kay proprio per la sua sintesi di varie culture – spiega Cecchin – fu arruolato nell'intelligence dell'esercito americano e spedito sul fronte italiano. Nel 1945, da Salerno risale tutta la penisola e il 25 aprile arriva a Mantova dove registra la situazione con riferimento agli edifici e ai ponti, ai rifornimenti alimentari e all'energia e a tante altre cose.

Mantova ArchivioStorico RapportoKay2Ad esempio, registra con molta attenzione la presenza dei partigiani che in città sono oltre 300, appartenenti alle brigate socialiste, comuniste e liberali. Parla del vescovo Menna definendolo fortemente fascista e odiato dalla popolazione e registra anche le cinque case chiuse presenti con 20 ragazze".

Il modulo in questione è un prestampato ed è stato compilato con la macchina da scrivere da John Kay. Un viaggio nel tempo davvero emozionante, dunque, che ora il figlio Robert Kay vuole far rivivere in un prezioso volume.

"La relazione del capitano Kay è veramente interessante – ha detto l'assessore Riccadonna – e ci ha permesso di entrare ed approfondire notizie di quei giorni della Seconda Guerra Mondiale, un vero e proprio salto anche nella storia della nostra città.

Nel nostro archivio comunale abbiamo alcuni documenti riguardanti il periodo del passaggio del capitano Kay anche se non abbiamo riferimenti specifici riguardanti la sua figura.

Mantova ArchivioStorico JohnKaySono archiviati quotidiani, fotografie, testimonianze di quei giorni che sicuramente associavano al profumo della libertà anche momenti di apprensione e tensione".

Robert Kay ha ringraziato tutte le persone che lo hanno accolto a Mantova ed aiutato a ripercorrere e a conoscere da vicino il "lungo viaggio" del padre.


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