Italiani all'estero, la fuga continua
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- Pubblicato 28 Febbraio 2019
Riprendiamo le redini di una nostra rubrica molto seguita, "Visti da Nord". Una sorta di diario-testimonianza da parte di mantovani che vivono all'estero, a nord dell'Italia, per necessità o scelta.
Cristiano Ferrarese - scrittore, sindacalista, insegnante, libero pensatore, portiere d'albergo, operaio... e tanto altro ancora - vive a Bristol, in Inghilterra, da tre anni e gli abbiamo chiesto di descriverci l'Inghilterra negli anni della Brexit. Ecco il secondo resoconto.
Nell'anno 2017, gli italiani residenti all'estero erano 5.114.000 mentre gli stranieri residenti in Italia erano 5.144.000. Durante lo stesso anno, 141.000 italiani erano andati a vivere fuori dal proprio paese. Sono numeri rilasciati dall'AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all'Estero). Sono probabilmente numeri parziali, visto che non esiste un obbligo di iscriversi all'AIRE, pur essendo un dovere. Questi numeri fotografano una realtà . Possono essere interpretati. Forse. Ma non si possono falsificare. L'esodo continua.
Uomini. Donne. Intere famiglie. L'età è un dettaglio. Ventenni, trentenni, quarantenni, cinquantenni e oltre. Tutti alla ricerca di un lavoro. Tutti alla ricerca di una speranza per il futuro. Ogni storia è un mondo diverso. È la mia condizione con tanti distinguo. Non penso di essere fuggito. Ho cercato altrove. L'ho trovato qui a Bristol.
Arrivi. Cominci a cercare. Non lavori solo se non ne hai voglia. Ristorazione e ospitalità sono i primi approdi per chi non conosce bene la lingua. Si rischia di rimanere lì per sempre. Bisogna studiare l'inglese. Entrare dentro un mondo diverso. È faticoso. È vitale. Qui esiste la meritocrazia. Essere giudicato per quello che sai fare. Niente di più e niente di meno. Non è una parola vuota. Non potrebbe essere diversamente. Gli inglesi mirano al business. Non si possono permettere incapaci e leccaculo. Non guardano l'età e neppure l'aspetto fisico. Mai metterli nei curricula. Li cestinano Devi portare soldi. Ti pagano sempre e nei tempi stabiliti. Può piacere o no. Ma a fine mese sai che potrai pagare i tuoi "bills". Nient'altro che le varie bollette. Si chiama vita.
Cristiano Ferrarese
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