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Don Eugenio Leoni martire della libertĂ  e della caritĂ : la commemorazione a 80 anni del suo martirio a Belfiore, vittima della ferocia nazista

Mantova Commemorazione DonLeoniMANTOVA, 12 sett. – Ottant'anni fa, il 12 settembre 1943, don Eugenio Leoni fu ucciso dai tedeschi a colpi di pistola a Belfiore, sulle rive del lago Superiore, a poca distanza dal luogo in cui, tra il 1852 e il 1855, erano stati impiccati dagli austriaci i Martiri di Belfiore.

Questa mattina, presso il cippo che ricorda il suo martirio, si è tenuta la cerimonia commemorativa con la partecipazione del presidente del consiglio comunale Massimo Allegretti e di don Giovanni Telò. Alla presenza di autoritĂ  militari ed ecclesiastiche e di rappresentanti di associazioni combattentistiche e d'arma sono stati deposti sul cippo fiori e una corona a cura del Comune di Mantova e dall'Anpi rappresentata dal presidente provinciale Luigi Benevelli e dal professor Carlo Benfatti.

La vicenda del sacrificio di don Eugenio Leoni è stata rievocata da don Giovanni Telò. "Recentemente ho trovato una relazione inedita sull'uccisione di don Leoni e quello che mi ha impressionato ulteriormente è il fatto che a ucciderlo fosse stato un giovane militare tedesco delle SS di circa 17 anni e questo ci dice con quale ferocia sia stato compiuto il delitto.

Dopo avergli sparato un colpo alla nuca e altri sul corpo, il giovane tedesco con un calcio buttò giù nella scarpata verso il lago il corpo inerme di don Leoni. Don Leoni era vicario parrocchiale della chiesa di San Simone e Giuda dipendente da Sant'Andrea e prima ancora era stato vicario in San Leonardo. Ha dedicato tutta la sua vita ai poveri e per lui dopo l'8 settembre (giorno dell'armistizio tra il governo di Pietro Badoglio e gli anglo-americani) i nuovi poveri erano i soldati sbandati, quelli renitenti alla leva e si diede da fare per offrire loro un aiuto".

Mantova ViaFernelli Lapide-DonLeonii1La mattina del 9 settembre venticinque mezzi corazzati delle Schutzstaffel entrarono in città occupandola e i soldati italiani vennero fatti prigionieri e deportati in Germania. L'11 settembre Giuseppina Rippa venne uccisa dai tedeschi in piazza Martiri di Belfiore mentre lanciava pane verso i prigionieri italiani e lo stesso giorno i soldati tedeschi scoprirono che don Leoni ospitava nella canonica di San Simone un sergente italiano che lì si era tolto gli abiti militari e indossati quelli civili per poter scappare.

"I tedeschi avrebbero voluto mettere a ferro e fuoco la popolazione del quartiere – ha proseguito don Telò -, ma don Leoni si offri come ostaggio al posto di tanta povera gente innocente. Venne arrestato, portato nella caserma delle SS a villa Solci, interrogato, torturato e poi condannato a morte. Venne, quindi, ucciso qui a Belfiore, dove dal 1945 c'è il cippo in suo onore, in modo barbaro. Don Leoni è un martire della barbarie tedesca, ma anche un martire della carità nel senso che ha speso tutta la sua vita per i poveri e per aiutare i soldati che dopo l'8 settembre erano in fuga".

La commemorazione si era aperta con l'intervento del presidente del consiglio comunale di Mantova, Massimo Allegretti: "Oggi, nell'ottantesimo anniversario della sua uccisione, commemoriamo don Eugenio Leoni, il parroco di San Simone, in via Fernelli, che, accusato di aver aiutato dei soldati italiani in fuga dopo l'8 settembre, venne ucciso qui a Belfiore con un colpo di pistola alla nuca da un ufficiale tedesco delle SS.

Il suo sacrificio viene affiancato a quello dei Martiri di Belfiore, come ricorda la lapide che si trova sulla facciata dell'ex chiesa della Madonna della Vittoria, in via Fernelli. Per aver scelto di stare dalla parte del riscatto nazionale ha pagato con la vita. Ricordarlo è doveroso soprattutto per il messaggio rivolto alle nuove generazioni alle quali abbiamo il dovere di trasmettere la memoria degli eventi che sono alla base della nostra storia e della costruzione di una comunità civile".

Don Eugenio Leoni è stato il primo dei duecento sacerdoti e religiosi italiani ammazzati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale o nel corso della Resistenza. Il suo nome compare nell'elenco dei "Nuovi martiri", voluto da san Giovanni Paolo II per il Giubileo del 2000.


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