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Emergenza Coronavirus, scioperi e agitazioni nelle fabbriche mantovane dove gli operai hanno paura. Soffiati (Cgil): 'Mantova, orgogliosamente uno dei pezzi di avanguardia di lotta a difesa della sicurezza sui luoghi di lavoro'

Mantova Cgil Landini-18Luglio1MANTOVA, 14 mar. - Giornate frenetiche per il settore produttivo mantovano, soprattutto per quei lavoratori che non rientrano fra coloro che si possono fermare nell'ambito delle misure prese dal Governo per contenere la diffusione del coronavirus.

Scioperi, stati di agitazione, misure e dotazioni di sicurezza, ammortizzatori sociali, ferie... C'è molta preoccupazione fra i lavoratori. A tratti paura per una situazione d'incertezza con la spada di Damocle del contagio che penzola su chi è costretto ad andare a lavorare quando tutti, o quasi, sono a casa.

Facciamo il punto della situazione in provincia di Mantova con i segretari delle principali categorie Cgil Mantova coinvolte.

Iniziamo dagli scioperi di ieri.
Adesione oltre qualsiasi aspettativa per lo sciopero proclamato dai tessili-chimici al grido di "Prima la Salute!". Un'iniziativa che ha trovato ricontro tra le aziende del settore come Golden Lady, Golden Point, Pompea, Marygold, 2M (gruppo Calzedonia), CSP international, Nuova Virgiliana, Maresca, Svad Dondi, Pennelli Cinghiale, Pennellificio Zenit, Caleffi, Tintoria Elisa, PLUS, Corneliani, Aqualis, Nuovo Giodi, Ekotek, Eire, FAP hanno deciso di chiudere.

Molte alte, invece, hanno deciso di ridurre le presenze in fabbrica e le produzioni. Fra queste Versalis (con solo il 30% delle presenze giornaliere in stabilimento e una riduzione delle presenze delle ditte esterne), Lord Italia (riduzione del 40%), Chimica Pomponesco(-15% con produzione massima del gel igienizzante per le mani ma sospensione di tutti gli interventi che non siano emergenziali), Verallia (-25%), Innospec (-45%), Lubiam (-30% ma oggi solo una decina di lavoratrici nella parte produttiva), Riva Mariani (-30%) e LVT (-50%). Tutte le aziende ci hanno comunicato di aver spinto il più possibile per favorire lo Smart Working.

"Nella serata di ieri - si legge in una nota unitaria inviata da Filctem Cgil, Fiscam Cisl e Uiltec - abbiamo altresì convocato uno sciopero provinciale dei nostri settori (escludendo, fin dalla convocazione, settori di servizi essenziali, comparti con impianti sottostanti alla normativa Seveso, i settori energetici o le aziende strettamente legate all'emergenza da Coronavirus e/o la gestione delle sue conseguenza) con un obiettivo semplice: dare la possibilità ad ogni lavoratore dei nostri settori di poter aderire -in qualasisi momento della sua giornata lavorativa- nel momento in cui non ritenesse tutelata la sua sicurezza sul posto di lavoro. Le nostre Federazioni hanno pensato che questa potesse essere un'azione complementare a quella richiesta alle aziende: entrambi gli interventi avevano come unico obiettivo quello della tutela della salute di ogni singolo lavoratore che non si sentisse in sicurezza dal contagio e messo nelle condizioni di tutelare la sua salute e, visto le caratteristiche del pericolo, quella dei suoi cari.  In sole 24 ore possiamo dire di essere molto soddisfatti sia delle reazioni della aziende che dalle adesione allo sciopero: eravamo convinti potesse essere uno strumento che potesse propagarsi a macchia di leopardo nel tessuto produttivo mantovano e invece ha toccato punte di adesione oltre il 70%, per esempio in Polis, o oltre il 50% in Relevi (con adesione del 100% in magazzino e la chiusura della produzione aziendale dalle ore 14.00 in poi: l'azienda, al centro di una nostra azione sindacale nelle scorse ore che ha portato anche l'apertura dello stato di agitazione, con relativo blocco degli straordinari, ha comunicato che resterà chiusa, come molte delle citate all'inizio, anche per tutta la prossima settimana)".

Il segretario di Filctem Cgil Mantova, Michele Orezzi ha affermato che "è solo l'inizio. Metteremo in campo tutto quello che serve per tutelare la salute di tutti i lavoratori, sia nelle aziende sindacalizzate - da cui molte abbiamo avuto un primo apprezzato riscontro - sia di quelle che non lo sono. Capiremo con i provvedimenti delle prossime ore come continuerà la nostra azione a partire da lunedì, ma di sicuro non ci fermiamo qui. Siamo pronti a segnalare ogni violazione e Prefettura, Procura e ATS. La questione centrale è una e non si faranno sconti: tutti i lavoratori devono essere messi nelle condizioni di poter essere sicuri sul proprio posto di lavoro e quindi poter tutelare la salute propria e dei propri cari anche dal coronavirus. Prima di tutto la salute, di tutti!"

Sciopero anche alla Novellini di Romanore per l'intero turno di lavoro della giornata di ieri. L'adesione è stata dell'80%. "I lavoratori - ha spiegato Roberta Franzini di Filcams Cgil Mantova - hanno aderito in massa allo sciopero perché credono che se non ci sarà un fermo produttivo di tutti i settori non sarà possibile rallentare il contagio. I lavoratori chiedono che il governo capisca che oggi c'è la loro salute in gioco. Deve venire prima la salute di tutti!".

Alta anche l'adesione allo sciopero in Belleli, oltre il 70% con larga partecipazione di lavoratori giovani e neo assunti. "Alla Belleli di Mantova - ha spiegato il segretario della Fiom Cgil Mantova, Marco Massari - abbiamo proclamato uno sciopero di 3 ore oggi (ieri per chi legge, ndr) perché l'azienda non parla con noi e non considera le nostre idee e proposte per migliorare la situazione dal punto di vista della sicurezza. Lunedì vedremo come agire, ma confermiamo lo stato di agitazione".

Il segretario generale di Cgil Mantova, Daniele Soffiati, ha parlato di "un'altra giornata di mobilitazioni a difesa della salute sui posti di lavoro di tutta Italia. A Mantova, orgogliosamente uno dei pezzi di avanguardia di lotta a difesa della sicurezza sui luoghi di lavoro, molte iniziative di sciopero - partendo da quello provinciale dei lavoratori chimici, tessili, della gommaplastica - hanno avuto un grande successo! Scioperi molto riusciti sono stati fatti in due delle aziende più importati del territorio come Novellini e Belleli. In molte aziende metalmeccaniche, cartotecniche, dell'industria alimentare siamo intervenuti per garantire la sicurezza e la salute delle lavoratrici e dei lavoratori: registriamo chiusure anche per lunghi periodi, allargamento dello smart working, cali importanti delle produzioni tesi a garantire il più possibile la salute dei lavoratori. Molte aziende hanno chiuso come conseguenza dell'attenzione e della mobilitazione che abbiamo portato sul tema. Grazie allo squillo dei lavoratori si è riacceso un faro sul problema e stanno già cambiando le cose!"

Facciamo il punto della situazione in provincia di Mantova con i segretari delle principali categorie Cgil Mantova coinvolte

FLAI. Il settore produttivo dell'agroalimentare è uno di quelli che non si può proprio fermare perché produce beni primari e necessari. Marco Volta, segretario provinciale di Flai-Cgil spiega: "Abbiamo fatto il giro un po' di tutte le aziende dell'agroalimentare e questa al momento è la situazione. Alla Barilla di Castiglione delle Stiviere hanno iniziato ad adottare i dispositivi di sicurezza necessari; alla Levoni di Castellucchio stanno riducendo l'orario di lavoro e scaglionando il personale evitando gli affollamenti anche attraverso una riorganizzazione e l'adozione di sistemi di mansioni tale da garantire le previste distanze sicurezza; anche alcune aziende della macellazione stanno adottando le misure di sicurezza previste nel decreto. Alla Nutriamo di Castiglione delle Stiviere, che produce cibo per animali, seppur con difficoltà abbiamo ottenuto garanzie sulla dotazione dei dispositivi di sicurezza previsti dal decreto (disinfettanti mani, mascherine, guanti, distanze di sicurezza ecc...); abbiamo situazioni difficilmente controllabili da parte nostra, perché in alcune piccole realtà non abbiamo rappresentanti, tipo i caseifici che sono tanti e dislocati sul territorio, ovviamente la nostra indicazione è quella di fare in modo di rispettare le prerogative di sicurezza previste dal decreto."

Ci sono alcune realtà più piccole che hanno chiesto la cassa integrazione per far fronte al ridimensionamento delle commesse: "E' il caso della Mantova Gnocchi di Sermide, che produce pasta fresca, una realtà con pochi dipendenti (5) che ha chiesto di poter usufruire della cassa integrazione per 8 settimane. Altra realtà che ha richiesto l'ammortizzatore sociale per 4 settimane è Forno Francicorta, ex schiacciatine San Giorgio, che ha 20 dipendenti. Purtroppo non siamo in grado di avere una chiara percezione di quanto sta avvenendo in aziende, anche grandi, prive della rappresentanza sindacale. E' il caso ad esempio di due grandi realtà dell'Alto Mantovano come Pata e Amica Chips"

FIOM. Complessa e in evoluzione la situazione del settore metalmeccanico, come spiega il segretario di Fiom Cgil Mantova, Marco Massari: "Alla Marcegaglia stiamo discutendo sulle misure di sicurezza da adottare. L'azienda è in ritardo con la fornitura delle mascherine, del gel igienizzazione ecc..; per l'azienda a questo punto diventa necessario soddisfare le richieste di ferie e permessi dove è possibile e ha già messo in conto una forte riduzione della produzione. Come Fiom stiamo cercando di garantire la sicurezza e la salute in tutte le aziende e stiamo cercando di discutere con loro, ma per molti lavoratori l'unica condizione di sicurezza è stare a casa". Altre situazioni: "Alla Zanotti di Pegognaga - continua Massari - si sta discutendo per capire la prossima settimana chi va a lavorare su base volontaria; in base alle adesioni e alle disponibilità l'azienda valuterà se ridurre o fermare la produzione e, nel secondo caso, verrà valutata la richiesta degli ammortizzatori sociali. Oggi all'Iveco si è svolto un incontro con Rsa e delegati per capire se e come ripartire lunedì; le aziende dell'indotto primario, oggi ferme con tutti a casa, in linea di massima dovranno adeguarsi di conseguenza alla decisione dell'Iveco".

In altre aziende metalmeccaniche del territorio, come la Comer, l'azienda ha dato seguito alle nostre richieste di dotare i lavoratori degli strumenti per garantire la loro sicurezza (mascherine, gel...) ma anche qui molti lavoratori vogliono stare a casa e stiamo lavorando perché possano farlo. Alla Cosme di Roverbella e alla Unical di Castel d'Ario stanno valutando l'idea di chiudere utilizzando gli con ammortizzatori sociali su iniziativa dell'azienda, mentre alla Lavorwash di Pegognaga c'è stato un confronto fra il responsabile del personale e le Rsu sulle misure da mettere in atto per la sicurezza e la tutela della salute dei lavoratori: si è parlato di sanificazione straordinaria dei locali, mascherine, guanti e concessione di ferie per chi ha paura di andare al lavoro o ha patologie che possano risultare rischiose".

SLC. Nelle aziende del settore della comunicazione, della grafica, della cartotecnica e della carta la situazione è in continua evoluzione, come spiega la Segretaria provinciale SLC Cgil Mantova, Alessandra Grossi: "Dopo l'annuncio delle disposizioni contenute nel decreto dell'11 marzo, - fra molti lavoratori si è scatenato una sorta di panico e la domanda più frequente che circolava nelle fabbriche era 'perché noi non restiamo a casa?'. Come sindacato, grazie al lavoro delle Rsu e Rls, abbiamo fatto lavoro di informazione capillare fabbrica per fabbrica, sulle misure di sicurezza da adottare per la tutela della salute dei lavoratori. Sempre attraverso Rls e Rsu, abbiamo chiesto incontri con le aziende che hanno provveduto a dotare i lavoratori dei dispositivi di protezione individuale (disinfettanti, mascherine, guanti) ... Abbiamo trovato collaborazione e ascolto da parte delle aziende del nostro settore. Alla Ival litocartotecnica di Curtatone si è deciso di esonerare dalla prestazione lavorativa i lavoratori con patologie pregresse, inoltre abbiamo chiesto alle aziende di favorire al massimo il ricorso alle ferie e ai permessi. L'azione delle Rsu delle principali aziende del settore è stata coesa e decisa e la soddisfazione di ritorno è stata la risposta delle aziende. Alcune di queste, come la Ival, producono contenitori per prodotti alimentari da imballo e per questo rientrano nella filiera delle aziende che garantiscono beni primari, per cui non si possono fermare. Alla Smurfit oggi hanno messo tutti in ferie". Alla Fag Artigrafiche di Canneto "sono state adottate, dopo i solleciti della RSU, - spiega Grossi - le misure che prevedono la sanificazione degli ambienti di lavoro, del sito produttivo e di attuazione di protocolli anti-contagio evitando assembramenti ove non fosse possibile, rispettare la distanza di un metro. Così come nelle altre aziende del settore. Per noi la priorità è assicurare la sicurezza e la salute delle persone in tutti i luoghi di lavoro e se sarà necessario in base ad eventuali future disposizioni lavoreremo affinché siano rispettati tutti in tutti i luoghi di lavoro".

FISAC. In evoluzione e non omogenea la situazione nelle filiali bancarie del territorio mantovano, come spiega Enrico Sartorelli, segretario provinciale di Fisac Cgil Mantova.

Le situazioni variano da banca a banca, da filiale a filiale ed è estremamente variegata. Le filiali sono in genere aperte ma solo al mattino, considerando che il nostro è un servizio di pubblica utilità. Si cerca di limitare le operazioni a quelle strettamente necessarie, in particolare di cassa. Da rilevare il problema degli anziani e dei pensionati che sono quelli maggiormente a rischio eppure sono anche coloro che si recano di più in filiale, soprattutto in provincia. Sottolineiamo la pericolosità di questo comportamento, sia per sé che per gli altri.

Alcune banche/filiali operano per turnazioni giornaliere/settimanali tra colleghi in modo da ridurre il più possibile il contagio. Stiamo spingendo come sindacato sull'utilizzo massimo dello smart working e della formazione a distanza per lasciare i lavoratori al sicuro nelle proprie case e consentire loro la gestione famigliare. I clienti vengono fatti entrare uno alla volta o al massimo al 50% rispetto al numero di addetti in servizio al momento. Alcune banche hanno chiuso temporaneamente le filiali più piccole.

Sicuramente molte banche non hanno fatto ancora abbastanza né per la fornitura dei dpi, in pesante ritardo o insufficienti, né per le pulizie straordinarie né per la messa a disposizione di permessi per la cura dei figli a casa da scuola. Lunedì è in programma un incontro nazionale in videoconferenza con Abi per ottenere una maggiore uniformità ma soprattutto incisività nella gestione di questi problemi.

Su tutti questi temi i sindacati bancari confederali della Lombardia hanno sensibilizzato con decisione il governatore Fontana, i Prefetti e gli stessi Sindacati nazionali.

Molto delicata anche la situazione nelle agenzie assicurative, che spesso sfuggono a ogni controllo.


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