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Industria Mantova, trimestre aprile-giugno produzione in calo del 12,9% in provincia di Mantova
MANTOVA, 05 ago. - Il secondo trimestre 2020 risulta maggiormente colpito dagli effetti del lockdown relativo alla pandemia da Covid-19, che ha visto il blocco di moltissime attività economico-produttive.
Secondo l'analisi della congiuntura manifatturiera relativa ai mesi primaverili dell'anno, effettuata dal Servizio Informazione e Promozione Economica della Camera di Commercio di Mantova insieme a Confindustria Mantova, complessivamente, la produzione industriale da aprile a giugno 2020 vede un calo del -12,9% rispetto allo stesso periodo del 2019.
Anche gli altri indicatori mostrano risultati negativi: ordini esteri, ordini interni e fatturato. Per quanto concerne le aspettative per il terzo trimestre del 2020, per gli imprenditori mantovani emerge un clima di profonda incertezza sul fronte del fatturato, della produzione, dell'occupazione e della domanda interna, mentre si intravedono alcuni segnali positivi per quanto riguarda la domanda estera. L'artigianato vede una variazione della produzione annua ancora più marcata, pari -19%, così come calano gli ordini esteri, il fatturato e gli ordini interni.
I comparti della grande distribuzione, dei servizi e dell'edilizia mostrano anch'essi forti contrazioni. Considerando i dati congiunturali, ovvero confrontati con il trimestre precedente, emerge un calo della produzione industriale, pari al -3,5%, meno marcato rispetto a quello lombardo, pari al -12,7%. Emerge inoltre una contrazione per gli ordini esteri, il fatturato e gli ordini interni, evidenziando una situazione complessivamente di frenata, anche se meno pesante rispetto a quella che si verifica a livello di Lombardia, dove si registrano variazioni a due cifre. Gli altri indicatori congiunturali relativi alla provincia virgiliana vedono in calo la quota di fatturato estero, così come diminuisce il tasso di utilizzo degli impianti; stabili le giornate assicurate dal portafoglio ordini, pari a circa 57 giorni. Diminuiscono i prezzi delle materie prime e quelli dei prodotti finiti, così come si contrae la scorta dei prodotti finiti; al contrario aumenta la giacenza di materiali. Considerando le variazioni tendenziali della produzione, quindi con confronto allo stesso periodo del 2019, come anticipato la provincia di Mantova vede una diminuzione del -12,9%, meno marcata rispetto al dato della Lombardia, pari al -20,7%.
Tutte le province lombarde mostrano segno meno: vanno meglio Lodi, Sondrio e Mantova, mentre valori più bassi della media regionale riguardano Como, Varese e Brescia. Sempre tenendo presente le variazioni tendenziali, evidenziano una forte contrazione gli ordini interni (-9,8%), gli ordini esteri (-3,4%) e il fatturato totale (-15,9%). Nel dettaglio delle attività economiche, relativamente alla media lombarda, nei mesi primaverili del 2020 la dinamica della produzione risulta essere in territorio negativo per tutti i settori economici. Con la sola esclusione dell'alimentare che si contrae del -5,7%, tutti gli altri settori registrano un calo più accentuato, a due cifre. Variazioni rilevanti emergono per le pelli-calzature, il tessile e i mezzi di trasporto. Diminuzioni inferiori alla media lombarda si hanno anche per legno-mobilio, minerali non metalliferi, abbigliamento, siderurgia e carta-editoria. Cali minori, ma sempre a due cifre, risultano per la chimica, la meccanica e la gomma-plastica.
Per quanto concerne le aspettative per il terzo trimestre del 2020, per gli imprenditori mantovani emerge un clima di profonda incertezza per fatturato, produzione, occupazione e domanda interna; solo gli ordini esteri vedono alcuni timidi segnali di ripresa. Meno ottimista la situazione a livello lombardo. Nel secondo trimestre 2020 risulta ancora in rallentamento il comparto artigianale, sul quale ha pesato maggiormente la situazione di emergenza sanitaria, con la produzione mantovana che registra un calo tendenziale del -19%, valore che risulta però meno elevato rispetto a quello lombardo, pari al -24,3%. Tutte le province lombarde vedono segno meno a due cifre: Mantova occupa la terza posizione, con valori migliori registrati solo da Lodi e Cremona, mentre in fondo alla classifica, con variazioni più basse rispetto alla media lombarda, troviamo Pavia, Como, Brescia e Milano. Rispetto allo stesso periodo del 2019, vedono un calo anche gli ordini esteri, gli ordini interni e il fatturato. Considerando il comparto della grande distribuzione, la variazione tendenziale relativa al volume di affari risulta in calo, così come in Lombardia. Entrando nel dettaglio, solo il comparto del commercio non specializzato vede una variazione di segno più, mentre il commercio non alimentare e quello alimentare registrano una notevole contrazione. Anche per quanto riguarda gli ordinativi si evidenzia una diminuzione per la provincia di Mantova, anche se meno marcata rispetto a quella della Lombardia. Pesano soprattutto gli esercizi non alimentari e gli alimentari, mentre gli esercizi non specializzati vedono un forte aumento.
Il settore dei servizi, dal punto di vista del volume d'affari, mostra una diminuzione pari al -21,7% per il territorio virgiliano e al -23,5% per il territorio lombardo. Entrando nel dettaglio, rispetto al secondo trimestre 2019, tutti i comparti registrano una variazione negativa: commercio all'ingrosso, servizi alle imprese, alberghi e ristoranti e servizi alle persone. Performance negativa rispetto allo stesso periodo dello scorso anno anche per il comparto dell'edilizia, con una contrazione del volume d'affari pari al -17,4%; la Lombardia mostra, invece, un -16,9% a livello tendenziale. Come già era emerso per i primi mesi del 2020, anche l'andamento relativo al secondo trimestre dell'anno risulta penalizzato dal Covid-19, che ha portato alla prosecuzione del fermo attività per tutto il mese di aprile, con una lenta e graduale ripresa di alcune tipologie di settori solo a partire dagli inizi di maggio. Sebbene, come si può vedere, i dati non siano positivi, si intravedono alcuni segnali di cauto ottimismo, in particolare sul fronte della domanda estera. Per quanto riguarda, invece, la domanda interna, se da un lato si è verificato un calo di consumi a causa del lockdown, dall'altro si è evidenziata una crescita della propensione al risparmio da parte di una buona parte di cittadini, con conseguenti speranze di ripresa dei consumi nei prossimi mesi, anche se occorrerà capire come verranno percepite le condizioni del mercato del lavoro fino ad ora protetto da numerosi interventi di politica fiscale.
Secondo il Presidente della Camera di Commercio di Mantova, Carlo Zanetti, "come era prevedibile, il primo semestre dell'anno appare fortemente influenzato dall'emergenza sanitaria che ha assunto entità globale. È vero che i dati sono complessivamente negativi, ma mostrano comunque una migliore tenuta rispetto a quelli lombardi; emergono inoltre alcuni segnali di cauto ottimismo da parte degli imprenditori, soprattutto per quanto riguarda la domanda estera per i prossimi mesi, influenzati forse da un lato da una ripresa delle attività con le relative commesse estere e dall'altro dall'attuazione di politiche economiche che prevedono misure fiscali e monetarie di importante entità a livello internazionale. Complessivamente si sta assistendo a un recupero delle attività produttive dal momento della riapertura in diverse economie. I dati sono ancora molto lontani rispetto al periodo pre-crisi, ma si spera di iniziare a vedere un inizio della fase di recupero già nei mesi estivi. Rimane elevata l'incertezza dello scenario futuro, con il rischio connesso a una seconda ondata autunnale, anche per il fatto che in molte economie sia avanzate, come gli Stati Uniti, sia emergenti, come India, Brasile e Russia, la situazione rimane ancora molto difficile".
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