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Cimitero ebraico ancora nel caos: alcuni rabbini chiedono di fermare i lavori di Mantova Hub. Palazzi: 'Non posso fermare i lavori, metterei a rischio il Comune'
MANTOVA, 25 set. - Alcuni esponenti della Comunità ebraica internazionale, in particolare il rabbino David Lau, nei giorni scorsi sono tornati ad attaccare il progetto di Mantova Hub nella cui area, come noto, è presente un antico cimitero ebraico.
Nella fattispecie il rabbino ha chiesto, rivolgendosi direttamente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, di impedire quello che Lau considera un sacrilegio e di fermare il cantiere di Mantova Hub. Richiesta ribadita ieri al sindaco Mattia Palazzi dal rabbino Kalmanowitz, ma richiesta che il primo cittadino non può soddisfare.
Più volte il sindaco Palazzi ha ricordato come nel progetto si sia fatto di tutto per valorizzare l'antico cimitero ebraico, ma evidentemente a una certa parte della comunità ebraica internazionale, quella più ortodossa, le rassicurazioni non sono sufficienti.
Ieri il primo cittadino insieme all'assessore Andea Murari il dirigente lavori pubblici Carmine Mastromarino e al responsabile unico del procedimento di Mantova Hub, ha incontrato il rabbino di Milano Alfonso Arbib e il rabbino Chizkiya Kalmanowitz dell'organizzazione Atra Kadisha insieme alla signora Modena di Ucei come traduttrice e l'Architetto David Palterer consulente Ucei e Politecnico di Milano.
"A loro ho garantito - spiega Palazzi in una nota - che se esisteranno ulteriori accorgimenti e se saranno compatibili con i contratti presi, le funzioni individuate nel progetto, le norme e le risorse disponibili li adotteremo. Ma non è possibile chiedere a un sindaco di non osservare le leggi dello Stato Italiano, le gare fatte e la scelta di ridare ai mantovani un pezzo della loro città che, senza realizzare un solo metro quadrato di volume in più, valorizza una storia che è per tutti noi preziosa e importante".
"Il rabbino Chizkiya Kalmanowitz - dice ancora Palazzi - mi ha chiesto di fermare i lavori. A tale richiesta non posso dare accoglienza, perché non posso mettere a rischio il Comune che sarebbe oggetto di cause e risarcimenti, alla luce di lavori regolarmente iniziati a seguito della gara pubblica e relativo capitolato.
Sin dall'inizio abbiamo condiviso tutto con la Comunità ebraica mantovana e Ucei, continueremo a farlo disponibili al dialogo con il Rabbinato, nel rispetto delle prerogative del Comune e con la costante disponibilità a negoziare ciò che è ancora possibile negoziare".
Il primo cittadino ricorda anche come l'atteggiamento dell'amministrazione comunale si stato, fin dall'inizio, di totale collaborazione con la Comunità Ebraica: "Il nostro atteggiamento è stato sin dall'inizio di apertura al dialogo e collaborazione concreta, come dimostra l'accordo di coprogettazione con l'Unione delle Comunità Ebraiche italiane. Ci siamo fatti carico, proprio nella volontà di incontrare alcune delle richieste fatte, di maggiori costi e maggiori tempi, sia rispetto alle indagini dei terreni, fatte con la supervisione del rabbino Chizkiya Kalmanowitz, sia nelle soluzioni progettuali, ad esempio per il ponte che consentirà di non calpestare l'area, e per il portico interno ai capannoni militari, pensato per non occupare terreno esterno con il camminamento a lato dei capannoni. Tutto questo l'abbiamo fatto nella volontà chiara di valorizzare la storia del cimitero ebraico, anche con quella che sarà una 'casa della memoria', dopo 40 anni di totale e colpevole non curanza di un'area in totale degrado, oggetto di innumerevoli atti vandalici e anche incendi".
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