Miloemaya, quando a tavola tutto è concesso

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Creato 27 Ottobre 2016

Pubblicato 27 Ottobre 2016

MANTOVA, 27 ott. - Ai bambini, si sa, insegniamo da subito a comportarsi correttamente a tavola. Ma nel mondo di Milo e Maya durante la pappa si può fare proprio tutto. Ecco, allora, che le posate diventano strumenti musicali a percussione, da battere e far suonare.

I bicchieri tintinnano senza regola e la tavola ha magiche botole nelle quali ci si può infilare dentro e dalle quali escono vassoi e piatti.

Anche con le stoviglie è, naturalmente, concesso giocare.

I piatti si fanno rotolare sul pavimento e ci si può persino camminare sopra. Le posate si possono incastrare nelle fessure del tavolo. E nessuno ti dice che non si fa.

La fiaba di Milo e Maya rappresenta il rovesciamento delle regole alle quali siamo abituati: non per maleducazione, ma perché in quel mondo incantato esistono altre regole. In quest'ottica, allora, il cibo è un modo per scoprire sé stessi e gli altri.

I due personaggi, infatti, si guardano negli occhi, si scrutano, si studiano. Si scambiano piatti, bicchieri e forchette.

Crescono insieme e forse si innamorano. Verso la fine dello spettacolo, infatti, ecco arrivare una pioggia di riso, con la quale i piccoli spettatori hanno potuto interagire. Le nozze dei due, forse?

Toccare il riso, poterlo lanciare, farlo scorrere sui vassoi metallici e ascoltarne il suono. Ecco tutto ciò che i piccoli spettatori, dai 3 ai 5 anni, hanno potuto sperimentare.

Gli occhi dei bambini erano incantati dalla rappresentazione teatrale e all'arrivo del riso sono rimasti catturati. Milo e Maya li hanno accompagnati in un viaggio dentro sé stessi.

Il viaggio è stato per alcuni faticoso, per altri pauroso, per altri ancora denso di mistero e di incanto.

Alessandra Lovatti Bernini