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Elif Shafak: 'A Istanbul stanno tornando certi fantasmi del passato, anche a noi scrittori spetta fermarli'

Mantova Festivaletteratura SafakElif1MANTOVA, 05 set. - "Non esiste una sola Istanbul. La città ha tante anime, spesso in cotraddizione tra loro. E' una città conflittuale e stratificata con una lunga storia, ma la memoria molto corta. Diciamo che è un po' tutta la Turchia a soffrire di una sorta di amnesia collettiva. Ma se non si ricorda il passato allora poi tornano i fantasmi come l'autoritarismo, l'omofobia, l'islamismo e i nazionalismi. Ne sappiamo qualcosa, perché oggi la Turchia è un paese che è andato indietro e dove questi spettri stanno tornando. Noi scrittori abbiamo il dovere di ricordare e occupare quegli spazi sociali e culturali che impediscano a certi mostri di riaffacciasi nella storia della Turchia".

Istanbul è la città di Elif Shafak, scrittrice da sempre legata a doppio filo ai temi del femminismo, a cui appartengono queste parole, che ieri a Mantova, ospite del Festivaletteratura, ha incontrato la stampa prima di tuffarsi nel bagno di folla in piazza Castello.

Nel suo ultimo libro, I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (Rizzoli), inserito fra i papabili del Booker Prize, tornano Istanbul e tutte le contraddizioni turche di cui l'autrice de La bastarda di Istanbul non ha mai smesso di parlare.

Mantova Festivaletteratura ShafakElif2"Studi canadesi - ha detto l'autrice rispondendo auna domanda sul titolo del suo ultimo lavoro - hanno dimostrato che quando il cuore smette di battere la mente rimane 'viva' per circa dieci minuti. Partendio da questo spunto scientifico ho fatto iniziare il mio romanzo che ha come protagonista una prostituta turca che viene barbaramente uccisa e in quei fatidici dieci minuti inizia a ricordare la propria vita e il suo passato. E noi con lei".

Torna in questo romanzo la Istanbul contraddittoria descritta sopra dalla stessa Safak "dove le donne sono costantemente in lotta contro i pregiudizi e quando emergono nazionalismi e autoritarismi questi pregiudizi si rafforzano e questa cosa mi preoccupa molto. Io ne so qualcosa perché crescendo con due donne, mia madre divorziata e mia nonna, ho visto quanto è stata dura lottare contro preconcetti tipici di una società patriarcale e maschilista, ma ho anche potuto constatare quanta solidarietà femminile mia madre abbia ricevuto".

C'è bisogno di questo, dice ancora Safak di solidarietà e di ponti, non di muri. Quei ponti che la letteratura può e deve continuare a gettare all'umanità. Per salvarsi.

Emanuele Salvato

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Scaricate, consultate e stampate gratuitamente Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova. La versione cartacea sarĂ  reperibile nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.

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