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Salute, il freddo può essere un rischio per gli infartuati

Infarto4ROMA, 18 dic. – Gli esperti cardiologi riuniti in occasione del 79° Congresso Nazionale della SocietĂ  Italiana di Cardiologia (SIC), invitano i pazienti a rischio anche a non impegnarsi in attivitĂ  pesanti all'aperto quando è molto freddo.

L'associazione fra fatica e temperature molto basse, infatti, può essere un vero nemico per il cuore e aumentare fino al 34% il pericolo di un infarto.

Meglio poi proteggersi dai malanni invernali, perché le infezioni respiratorie aumentano fino a 6 volte il pericolo di andare incontro a un attacco cardiaco. L'aumento di 8 gradi di temperatura riduce il rischio d'infarto del 3%, come ha dimostrato lo studio Swedeheart.

"Gli studi che indicano il freddo intenso come un possibile pericolo per cuore e vasi sono numerosi: una recente indagine svedese condotta su oltre 274.000 pazienti con problemi cardiovascolari seguiti nell'arco di 16 anni, pubblicata su JAMA, ha dimostrato che nelle giornate con una temperatura al di sotto di 0°C il numero di infarti cresce – spiega Giuseppe Mercuro, Presidente SIC – la neve invece non sembra un fattore di rischio, è sempre la bassa temperatura l'elemento maggiormente associato all'aumento della probabilità di eventi cardiovascolari".

"Tuttavia, anche la velocità del vento, un minore numero di ore di luce e la bassa pressione atmosferica fanno salire il pericolo: in altri termini, quindi, le giornate invernali fredde e di maltempo sono quelle in cui la probabilità di problemi cardiovascolari è massima. Il suggerimento è quello di 'aggiustare' dal cardiologo la terapia anticoagulante riducendo l'esposizione al freddo attraverso abbigliamento e riscaldamento adeguati".

"Il meccanismo responsabile dell'aumento del rischio di attacco cardiaco dopo un'esposizione al freddo intenso è legato a molti fattori, tra cui il più importante è l'effetto di vasocostrizione indotto dalle basse temperature – osserva Ciro Indolfi, Presidente Eletto SIC – Il restringimento dei vasi sanguigni infatti potrebbe indurre una rottura della placca coronarica e provocare la formazione di un trombo. Se poi ci si aggiunge la fatica di spalare la neve, che aumenta molto la pressione arteriosa e fa salire il battito cardiaco oltre il 75% della frequenza cardiaca massima, il pericolo cresce ancora. Tutto questo è vero soprattutto in pazienti che non sono in perfette condizioni di salute o hanno numerosi fattori di rischio cardiovascolare, per esempio colesterolo alto, ipertensione, pregressi infarti".

(askanews)


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