Rifiuti, calato di due terzi il conferimento in discarica
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- Creato 14 Febbraio 2017
- Pubblicato 14 Febbraio 2017
MILANO, 15 feb. - In base ai dati Ispra diffusi dalla Fondazione per lo Sviluppo sostenibile, in vent'anni il modello italiano di gestione dei rifiuti ha fatto passi da gigante: nel 1997 veniva smaltito in discarica l'80% dei rifiuti urbani (21,3 milioni di tonnellate) con una raccolta differenziata che era al di sotto del 9%.
Nel 2015, nonostante i rifiuti urbani prodotti siano aumentati di quasi 3 milioni di tonnellate, quelli smaltiti in discarica sono scesi al 26% (7,8 Mton), la raccolta differenziata è arrivata al 47,6% e il riciclo/recupero di materia dei rifiuti speciali è aumentato da 13 Mton a 83,4 Mton.
I dati sono stati diffusi in occasione del ventesimo anniversario della riforma dei rifiuti, il D.Lgs 22/97, cosiddetto "Decreto Ronchi", che ha cambiato radicalmente i modelli di gestione dei rifiuti e ha attuato una riforma organica e sistemica recependo e coordinando, tre direttive europee sui rifiuti, sui rifiuti pericolosi e sugli imballaggi.
A vent'anni di distanza da quel provvedimento rivoluzionario, gli italiani hanno ormai assunto un approccio decisamente più responsabile sul tema, con il 91% che fa abitualmente la raccolta differenziata, il 93% che la considera una utile necessità e il 91% che la mette al primo posto tra i comportamenti anti-spreco e tra le buone abitudini ambientali, come dimostra un'indagine Ipsos promossa da Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) dal titolo "1997-2017 | 20 anni dal Decreto Ronchi: gli italiani e la raccolta differenziata".
"Con quella riforma - ricorda Edo Ronchi - scegliemmo di anticipare, non senza difficoltà , gli indirizzi europei sulla gerarchia nella gestione dei rifiuti, assegnando una netta priorità al riciclo rispetto al largamente prevalente smaltimento in discarica e anche rispetto alle proposte che assegnavano priorità all'incenerimento di massa. Quella riforma ha consentito di far decollare l'industria verde del riciclo dei rifiuti. Quel sistema potrebbe consentire di raggiungere anche i nuovi e più impegnativi target europei di riciclo, a condizione che venga applicata in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale recuperando i ritardi che ancora persistono in alcune grandi città (come Roma e Napoli) e in 5 regioni del Sud: Basilicata (31% RD), Puglia (30%), Molise e Calabria (25%), Sicilia (13%). Il recupero di questi ritardi sarà essenziale per raggiungere i nuovi obiettivi europei: il 60% di riciclo dei rifiuti urbani per il 2025 e 65% entro il 2030. Molto importante sarà anche aggiornare i decreti sul recupero dei rifiuti speciali per avere una più estesa ed efficiente diffusione del riciclo con il regime di end of waste".
(askanews)
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