La burocrazia mantovana costa cara: l’ambulante chiude il banco e torna a casa

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Creato 02 Dicembre 2017

Pubblicato 02 Dicembre 2017

Ambulanti sulle fiere, ma i costi diventano proibitivi: il caso è accaduto in un comune dell'hinterland di Mantova.

Il problema lo segnala un artigiano alimentarista che vende direttamente al pubblico con un banco che apre nel corso di fiere e manifestazioni.

Il suo settore di attività riguarda i prodotti da forno venduti confezionati, ma il problema si estende a tutto il mondo dell'alimentare. Per aprire il banco, l'artigiano è stato invitato a presentare una Scia (Segnalazione certificata inizio attività) che va inoltrata al Comune e all'Ats Valpadana (ex Asl).

Tutto questo, insieme alle altre burocrazie di corollario, comportava un costo complessivo sui 120 euro. Il nostro imprenditore si chiede se sia giusto tenere il banco aperto una giornata per non riuscire a guadagnare il tanto che basta per saldare i diritti burocratici.

"Siamo all'assurdo – afferma Carlo Gandini, responsabile del Servizio categorie di Confartigianato imprese Mantova – questo artigiano è stato chiamato a lavorare per la burocrazia e portare a casa neppure un euro di guadagno. Dobbiamo rilevare, per altro, che lo stesso operatore paga solo qualche euro in altri comuni della zona. Nella provincia di Mantova quindi si è creato una sorta di guazzabuglio dove ogni Comune interpreta le regole in modo autonomo. Un fatto gravissimo perché, l'artigiano in questione è stato costretto a rinunciare alla vendita e a tornare a casa".

Confartigianato Mantova

Non c'è dubbio che, in generale in Italia, la troppa burocrazia e la tassazione, spesso eccessiva, ostacolino l'imprenditoria privata. Diciamo che si può, senz'altro, migliorare. E noi continuiamo a sperarlo.

La redazione