Jonathan Coe allo Spazio Te col ‘suo’ Billy Wilder: ‘una storia sui momenti di transizione della nostra vita’

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Mantova Coe SpazioTeMANTOVA, 23 lug. – Un ritratto immaginario – non una biografia – del grande regista Billy Wilder è quello che Jonathan Coe ha realizzato con il suo ultimo romanzo Io e Mr. Wilder.

Un'opera che si alimenta della grande passione dello scrittore inglese per il cinema degli anni 50/60 e in particolar modo per quello di Wilder, ma che apre uno sguardo profondo sulle vicende del Novecento, sul nazismo, la Shoah, l'emigrazione di tanti in fuga verso l'America e, parallelamente, sugli anni del declino della stella del regista di A qualcuno piace caldo.

"È una storia sui momenti di transizione che caratterizzano la vita". ha detto Jonathan Coe nel corso dell'incontro col pubblico avvenuto ieri pomeriggio a Palazzo Te, organizzato da Fondazione Palazzo Te, Amici di Palazzo Te e dei musei mantovani e Associazione Filofestival, in collaborazione con Feltrinelli Editore.

CoeJonathan2Sollecitato dalle domande di Simonetta Bitasi, ha avuto modo di raccontare aneddoti e testimonianze raccolti nel corso della scrittura dell'opera, ma anche di delineare il profilo dei principali protagonisti del romanzo.

A partire da Calista, donna greca che da giovane ha avuto la fortuita opportunità di incontrare Billy Wilder e trovarsi un anno dopo a lavorare come interprete dal greco sul set del penultimo film di Wilder, Fedora.

Un ruolo importante è anche quello di I. A. L. Diamond, lo sceneggiatore col quale Wilder strinse un fortunatissimo sodalizio professionale ("il mio preferito" ha ammesso Coe) così come il tema della Shoah che ha drammaticamente segnato anche la vita privata del regista con la perdita della madre, del patrigno e della nonna nel campo di sterminio di Auschwitz.

La versatilità con cui Wilder seppe passare da un genere all'altro, dai temi seri a quelli divertenti rivela una preziosa combinazione di malinconia, gioia e umorismo: componenti che Coe ha cercato di riprodurre nella sua scrittura.

"Condivido con Wilder il concetto che l'artista deve produrre sempre un lavoro onesto, che rifletta la realtà con le sue luci e ombre – ha ribadito Jonathan Coe -. E il dovere del regista, dell'artista è di saper intrattenere il suo pubblico".

Calorosissima l'accoglienza riservatagli dal pubblico presente sul prato dello Spazio Te, con l'autore ampiamente disponibile a intrattenersi con i suoi fan e a firmare i suoi libri.

Nel corso dell'evento è stato possibile sottoscrivere o rinnovare la tessera Filofestival.


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