Salute, una bocca sana riduce problemi di pressione alta
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- Creato 15 Marzo 2023
- Pubblicato 15 Marzo 2023
ROMA, 14 mar. - Secondo un recente report, chi cura la bocca cura anche il cuore. La cura della parodontite riduce infatti di 11 punti la pressione alta ed è più efficace di una dieta povera di sale.
A indicarlo è un report pubblicato dalla Società italiana di parodontologia e implantologia (SIdP), e dalla Società italiana di ipertensione arteriosa (Siia), presentato al congresso nazionale SIdP. La parodontite - spiegano gli esperti - si associa a un rischio più elevato di pressione alta, correlazione provata da tempo da un numero crescente di studi e ancora poco nota a medici e pazienti. Dunque la cura parodontale migliora il controllo dell'ipertensione in modo più efficace di una dieta iposodica che resta comunque fondamentale in aggiunta a una terapia farmacologica.
"L'ipertensione colpisce dal 30 al 45% della popolazione adulta, oltre 20 milioni di persone in Italia, ed è tra le cause principali di mortalità per infarto e ictus", ricorda Nicola Marco Sforza, presidente SIdP. "Allo stesso modo la parodontite riguarda oltra il 50% degli individui, più di 30 milioni nel nostro Paese e si associa ad un rischio più elevato di soffrire di pressione alta che, nei casi di parodontite grave, può addirittura raddoppiare. A questa interconnessione tra le due malattie, dimostrata da un numero sempre maggiore di studi, si aggiunge una nuova evidenza scientifica secondo cui la cura della parodontite contribuisce ad abbassare i livelli pressori di ben 11 punti, se si riduce del 30% il sanguinamento gengivale con una pulizia profonda delle tasche gengivali e una corretta igiene orale, professionale e domiciliare".
"Lo studio riportato dal rapporto congiunto SIdP e Siia ha considerato 100 pazienti ipertesi con malattia della gengive: 50 sottoposti a igiene sopra e sottogengivale cioè a pulizia profonda delle tasche e igiene orale professionale, e gli altri 50 del gruppo di controllo sottoposti solo a una semplice pulizia superficiale", riferisce Davide Pietropaoli, autore dello studio, coordinatore della 'Guida pratica SIdP SIIA e ricercatore all'Università dell'Aquila'. "Trascorsi due mesi, nel gruppo test di igiene sopra e sotto gengivale, il trattamento paradontale - spiega - ha determinato un beneficio di 11 punti in meno della pressione arteriosa, con un'efficacia maggiore del doppio della dieta iposodica".
"Questa evidenza - aggiunge Luca Landi, past president SIdP - indica che la parodontite rende il tessuto endoteliale che riveste le arterie, meno elastico e quindi meno capace di adattarsi quando il cuore pompa, con un conseguente aumento della pressione arteriosa. Per questo aggiungere alla strategia farmacologica e alla dieta anti-ipertensiva la cura della malattie gengivale rende più efficace la terapia e migliora la gestione e il controllo della pressione alta".
(adnKronos)
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