Sanità, Ostetriche: 'Non toccare il rooming-in ma colmare le carenze all'organico'

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Maternità Neonato12ROMA, 01 feb. - "La condivisione del letto fra una madre vigile e un neonato sano, messo in una posizione di sicurezza, è un fatto naturale, pratico, indiscutibile. La carenza cronica a livello nazionale del personale ostetrico, pesantemente sofferta, non deve indurre a proposte di modelli organizzativi abbandonati da anni in quanto ritenuti inappropriati ed insicuri sia dalle ricerche scientifiche che dalle donne stesse".

Ha sottolinearlo è il comitato centrale della Federazione degli Ordini della professione ostetrica che, facendo alcune considerazioni dopo la tragedia accaduta all'ospedale Pertini di Roma, dove un neonato è morto nel letto con la mamma che si era addormentata dopo averlo allattato, chiede di non tornare indietro sul rooming-in. E di "garantire dei servizi alla maternità sempre più accessibili ed accettabili e al passo con i tempi che mutano".

"La moderna organizzazione dei Punti nascita attualmente prevede l'assistenza congiunta di madre e neonato, il cosiddetto rooming-in appunto, che deve essere proposto - puntualizzano le ostetriche - anche garantendo un numero adeguato di professioniste ostetriche al fine di esprimere al meglio la qualità delle prestazioni assistenziali da erogare e il necessario sostegno pratico ed emotivo alla nuova famiglia".

Per la Fnopo, infatti, "il modello del rooming-in, introdotto in Italia a partire dagli anni '80, implementando le raccomandazioni di Oms e Unicef, risulta vantaggioso per la creazione della nuova diade (triade, se consideriamo anche la presenza dell'altro genitore) e per la promozione dell'allattamento al seno e dell'accudimento precoce, quando le nuove famiglie sono state adeguatamente informate, coinvolte e supportate dai professionisti sanitari in grado di offrire un'assistenza per quanto possibile individualizzata ed empatica".

"Accreditate linee guida e raccomandazioni cliniche assistenziali identificano la sicurezza attraverso il legame assistenziale ed organizzativo che si viene a creare tra i professionisti sanitari e la donna-coppia", evidenziano le ostetriche facendo presente che "la variabile fondamentale è il numero di ostetriche disponibili nel Ssn per garantire la continuità assistenziale, la personalizzazione dell'assistenza e l'individuazione tempestiva di fattori di rischio bio-psico-sociali, causa di esiti di eventi indesiderati evitabili".

(adnKronos)


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