Dopo l’ictus, la riabilitazione cognitiva si fa a domicilio. Un progetto nato grazie alla collaborazione fra le neuropsicologhe della struttura di Psicologia Clinica di Asst Mantova e ALICe Mantova-Associazione Lotta Ictus Cerebrale

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Ictus1MANTOVA, 09 gen. - Dopo l'ictus, la riabilitazione cognitiva si fa a domicilio. Un progetto nato grazie alla collaborazione fra le neuropsicologhe della struttura di Psicologia Clinica di Asst e ALICe Mantova-Associazione Lotta Ictus Cerebrale.

Ai pazienti che necessitano di questo percorso verranno forniti computer o tablet che potranno utilizzare al proprio domicilio e che permetteranno di effettuare giornalmente la riabilitazione cognitiva mirata, in relazione alle problematiche di ciascuno e ai risultati delle valutazioni neuropsicologiche.

I disturbi cognitivi devono essere messi in luce e quantificati attraverso la valutazione neuropsicologica costituita da una serie di test specifici per ogni funzione. Una volta identificate le difficoltà è possibile iniziare il trattamento riabilitativo. Lo scopo del trattamento è quello di sollecitare e ottimizzare il recupero post-ictus, ripristinando al meglio le funzioni lese e le abilità perse. Il trattamento deve essere effettuato da personale specializzato nella riabilitazione cognitiva, inizia già durante il ricovero ospedaliero nei reparti di Riabilitazione e può proseguire attraverso le attività ambulatoriali delle strutture riabilitative di Asst.

A livello globale si stima che nel 2019 l'ictus abbia causato 6,55 milioni di decessi, risultando la terza - secondo alcune stime la seconda - causa di morte dopo la cardiopatia ischemica e la prima causa di invalidità. In Italia si stimano circa 200.000 casi ogni anno di cui l'80 per cento sono nuovi episodi e il 20 per cento recidive. A un anno di distanza dall'evento circa un terzo delle persone colpite presenta un livello di disabilità tale da causare la perdita dell'autonomia. Il fenomeno è in costante crescita a causa dell'invecchiamento della popolazione.

L'ictus è un danno cerebrale che si verifica quando uno dei vasi che porta il sangue al cervello si rompe o viene chiuso da un coagulo, causando così la morte delle cellule cerebrali che vengono irrorate dal vaso stesso e che di conseguenza non ricevono più il sangue e l'ossigeno necessari. Gli esiti dell'ictus variano notevolmente in relazione alle aree cerebrali colpite: i deficit possono essere motori, sensitivi e cognitivi (linguaggio, prassia, memoria, attenzione, percezione, funzioni esecutive) di varia gravità.

Quando il percorso riabilitativo nell'ambito delle strutture pubbliche si esaurisce può succedere che pazienti e familiari si trovino disorientati e avvertano la sensazione di essere abbandonati privi di risorse senza sapere a chi rivolgersi. È proprio in questa fase che le associazioni dei malati svolgono un ruolo fondamentale. ALICe è l'associazione di volontariato che ha come scopo esclusivo la solidarietà sociale nei confronti dei pazienti affetti da malattie. In quest'ottica si inserisce il progetto di riabilitazione cognitiva domiciliare.

La supervisione del progetto è affidata alle neuropsicologhe di Asst Mantova, che si occuperanno della valutazione neuropsicologica nell'ambito del percorso ospedaliero dei pazienti e, in collaborazione con le psicologhe dell'associazione proporranno esercizi mirati di stimolazione cognitiva per ciascun singolo paziente, in base alle valutazioni specifiche.

È prevista anche un'attività di monitoraggio a distanza che permetterà di verificare gli avanzamenti di ciascun paziente. A chi è rivolto il servizio? Agli associati di ALICe che in base alla valutazione neuropsicologica risultino idonei per la riabilitazione cognitiva, che si svolgerà al proprio domicilio, un'ora al giorno per un mese, da ripetere a cicli se necessario.

Viene utilizzato uno specifico software (Brainer) costituito da esercizi per la stimolazione delle funzioni cognitive: memoria, attenzione, linguaggio, funzioni esecutive, percezione. Saranno le neuropsicologhe di Asst Mantova, in collaborazione con le psicologhe dell'associazione, a occuparsi della selezione degli esercizi mirati per la riabilitazione di ciascun paziente.

Gli esercizi avranno un'adeguata difficoltà che verrà aumentata o diminuita in base alle performance delle persone. Le neuropsicologhe si occuperanno del monitoraggio dei pazienti da remoto per verificare i progressi e per modificare eventualmente difficoltà e tipo di esercizi cognitivi. I volontari di ALICe saranno adeguatamente formati dalla Sofware house per il supporto da remoto in caso di necessità.

La realizzazione dell'ambizioso progetto è stata possibile grazie al contributo deliberato dalla Fondazione Comunità Mantovana e delle donazioni liberali di Renato Dal Cero titolare di Mantova Diesel, Fausto Marconato, titolare dell'omonima carrozzeria, Stefano Solci, del ristorante La Masseria e alla sensibilità di tanti altri sostenitori.

Il progetto si inserisce in un percorso d'interazione diretta da remoto dei pazienti e dei loro caregiver che prevederà lo sviluppo di altre proposte attualmente allo studio, perché ormai siamo entrati nell'evoluzione digitale dei sistemi ed è sempre più rilevante l'applicazione delle nuove tecnologie per questi percorsi di telemedicina.


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