Sclerosi multipla, una nuova terapia farmacologica per 113mila pazienti

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SclerosiMultipla2ROMA, 12 nov. - In Italia vivono circa 133mila persone affette da sclerosi multipla, una patologia autoimmune neurodegenerativa che interessa il sistema nervoso centrale. La sclerosi multipla rappresenta la prima causa di disabilità neurologica tra i giovani adulti e si calcola che ogni anno nel nostro Paese siano colpite da questa patologia circa 3.800 nuove persone, in prevalenza donne.

La sclerosi multipla, fin dalla sua diagnosi, cambia la vita e costringe la persona e la sua famiglia a ridefinire l'organizzazione e i progetti nel breve e nel lungo periodo con un impatto sia sulla sfera emotiva che su quella fisica. La forma più frequente è quella recidivante-remittente che interessa oltre 113mila persone nel nostro Paese (l'85% dei casi). Si contraddistingue per l'alternanza di fasi, della durata imprevedibile, caratterizzate dall'insorgenza di deficit neurologici improvvisi con altre di remissione (completa o parziale).

Oggi la terapia orale ozanimod, per questa categoria di pazienti, è in grado di prevenire l'atrofia cerebrale correlata al deterioramento cognitivo, come indicano i dati di 13 diversi abstracts relativi a studi condotti su ozanimod, presentati da Bristol Myers Squibb al 38esimo Congresso dell'European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (Ectrims), che si è chiuso il 28 ottobre ad Amsterdam. Queste ultime evidenze scientifiche sono state presentate ieri in una conferenza stampa online.

"La riduzione del tessuto cerebrale è strettamente correlata al deficit cognitivo soprattutto nella forma recidivante-remittente – sottolinea Massimiliano Calabrese, professore associato di Neurologia dell'Università di Verona e dirigente medico presso la Neurologia B dell'Aou Integrata di Verona -. Ad Amsterdam sono stati presentati due studi (basati sui dati dei trial Sunbeam, Radiance e Daybreak) che hanno indicato come i pazienti trattati con una terapia ad alta efficacia come ozanimod manifestino un rallentamento della perdita di tessuto cerebrale (valutata mediante risonanza magnetica) e del conseguente deterioramento cognitivo, rispetto ai pazienti trattati con Interferon beta 1°".

La patologia, "se non controllata – ancora Calabrese - può portare a gravi conseguenze: sulla vita del paziente che rischia di perdere la propria autonomia ed il suo ruolo attivo nella società; sulla famiglia del paziente che deve farsi carico della sua assistenza nella vita quotidiana; e sul sistema sanitario nazionale che deve far fronte ad ingenti costi diretti ed indiretti. Si pensi che la sclerosi multipla presenta dei costi complessivi che ammontano a oltre sei miliardi di euro l'anno. Diventa fondamentale quindi avere a disposizione cure in grado di bloccare la malattia in fase iniziale prevenendo così la progressione della disabilità fisica e cognitiva e preservando quindi la qualità di vita del paziente". All'Ectrims è stata, inoltre, presentata l'analisi ad interim dello studio di Fase 3 Daybreak Ole su ozanimod. L'efficacia a lungo termine della terapia – si legge in una nota - è stata mantenuta dopo oltre 60 mesi di trattamento. È stato evidenziato che il 68% dei pazienti arruolati era libero da recidiva alla data cut off dello studio.

(adnKronos)


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