Coronavirus, con la variante inglese carica virale più alta e cambiano i sintomi
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- Creato 02 Aprile 2021
- Pubblicato 02 Aprile 2021
ROMA, 02 apr. - In alcune regioni italiane, la diffusione della mutazione inglese del coronavirus è superiore al 90%, mentre il dato nazionale è pari al 70%.
I nuovi contagiati, generalmente, presentano una carica virale molto più alta e ciò facilita la trasmissione del virus.
La conferma arriva dal professor Vittorio Sambri, direttore dell'Unità Operativa Microbiologia del Laboratorio Unico di Pievesestina dell'Ausl Romagna: "È verissimo ma, per la nostra esperienza, a carica virale elevata non corrisponde per forza una malattia più grave. Anzi, stiamo verificando vari casi di asintomatici la cui carica virale è molto forte".
Gli fa eco il dottor Alessio Lorusso, virologo dell'Istituto zooprofilattico di Abruzzo e Molise, che sul tema ha condotto una ricerca specifica: "Statisticamente con la variante inglese la carica virale è più elevata e questo è un problema perché facilità il contagio".
Le novità non riguardano solo la carica virale. Chi affronta il coronavirus ogni giorno sul campo avrebbe esperienza diretta anche di come stia cambiando la malattia.
In primis, la positività al coronavirus dura più a lungo. Sono cambiati anche i sintomi: i più frequenti sono mal di gola, nausea e problemi intestinali, oltre a febbre e problemi respiratori. Risulta meno frequente, invece, la perdita dell'olfatto e del gusto.