Covid, 'Terapia con plasma iperimmune: nessun effetto significativo'. A dirlo studio pubblicato su The New England Journal of Medicine

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Sangue Plasma Sacca1MANTOVA, 25 nov. - "Non sono state osservate differenze significative nello stato clinico o nella mortalità complessiva tra i pazienti trattati con plasma convalescente e quelli che hanno ricevuto placebo".

A dirlo uno studio randomizzato sulla terapia con il plasma iperimmune contro la polmonite grave causata dal Covid-19 condotto da un gruppo di medici di diverse nazioni, i cui esiti sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The New England Journal of Medicine lo scorso 24 novembre.

Secondo quanto riportato nell'articolo, lo studio è stato condotto su 228 pazienti ai quali è stato somministrato il plasma convalescente e su altri 105 ai quali è stato dato il placebo.

"Il tempo mediano dall'insorgenza dei sintomi all'arruolamento nello studio - si legge nell'articolo - è stato di 8 giorni (range interquartile, da 5 a 10) e l'ipossiemia era il criterio di gravità più frequente per l'arruolamento. Il plasma convalescente infuso aveva un titolo mediano di 1: 3200 di anticorpi totali SARS-CoV-2 (intervallo interquartile, da 1: 800 a 1: 3200]".

Secondo i medici che hanno condotto lo studio randomizzato "al giorno 30 - si legge ancora - nessuna differenza significativa è stata osservata tra il gruppo plasma convalescente e il gruppo placebo nella distribuzione dei risultati clinici secondo la scala ordinale (odds ratio, 0,83 (intervallo di confidenza [CI] al 95%, 0,52-1,35; P = 0,46)".

Per quanto riguarda la mortalità complessiva questa è stata del "10,96% nel gruppo plasma convalescente e dell'11,43% nel gruppo placebo, per una differenza di rischio di -0,46 punti percentuali (IC 95%, da -7,8 a 6,8)". Ultima annotazione sui titoli anticorpali totali SARS-CoV-2 che "tendevano a essere - scrivono i ricercatori - più alti nel gruppo plasma convalescente al giorno 2 dopo l'intervento. Gli eventi avversi e gli event avversi gravi erano simili nei due gruppi".

Un passaggio nell'approfondimento dello studio è ancor più chiaro sull'efficacia della terapia con il plasma convalescente, secondo i risultati ottenuti: "Questo risultato è in contrasto con i risultati di una serie di studi non randomizzati che affermano che il plasma convalescente è di sostanziale beneficio e illustra l'importanza di studi randomizzati e controllati, specialmente nel contesto di una pandemia".

Per i sostenitori della terapia con il plasma ipeimmune, che ha in Mantova e Pavia due sedi ospedaliere pioniere nell'utilizzo e grandi sostenitrici dell'utilità della terapia, non si tratta certo di una buona notizia. L'Ospedale di Mantova, tra le altre cose, ha praticamente terminato le sacche per infusione di plasma ed è alla continua ricerca di nuovi donatori fra i guariti dal Covid. Fra i primi a far girare su Twitter l'articolo del The New England Journal of Medicine il virologo Roberto Burioni che ha scritto: "Appena uscito 10 min fa. Poi con calma ne parleremo". Vedremo anche se ci saranno reazioni da parte dei medici del Carlo Poma o del San Matteo di Pavia che stanno continuando a usare, come detto, questa terapia.

(em.sa.)


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