Ambiente, i lockdown possibile causa dei bassi valori di ozono troposferico
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- Creato 10 Settembre 2021
- Pubblicato 10 Settembre 2021
ROMA, 10 set. - Il Cnr-Isac ha rilevato, dall'osservatorio del Monte Cimone nel 2020, i minimi valori di O3 dal 1996: la causa sembra essere la riduzione di emissioni di inquinanti legate ai lockdown per il Covid-19.
E' quanto suggerisce uno studio condotto, tra gli altri, dall'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac).
Diversi studi nel 2020 hanno analizzato la variazione di ozono (O3) troposferico in funzione delle misure di restrizione messe in atto per contenere la diffusione del Covid-19. La maggior parte di questi studi sono stati condotti principalmente in centri urbani o industriali.
"Mentre in stratosfera l'ozono svolge un ruolo benefico per la vita sulla Terra, schermando le radiazioni UV nocive provenienti dal Sole, nella troposfera (ossia a quote comprese fra la superficie terrestre e 12–15 km), agisce come gas a effetto serra, Inoltre, se presente in concentrazioni elevate, è un inquinante secondario con effetti nocivi su salute umana ed ecosistemi", esordisce Davide Putero, ricercatore dell'Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isac) di Torino.
Le misure continuative analizzate sono state condotte presso l'osservatorio 'O. Vittori' di Monte Cimone, parte della stazione globale afferente al Wmo/Gaw e gestito dal Cnr-Isac in stretta collaborazione con l'Aeronautica Militare Italiana (Camm Monte Cimone). L'osservatorio è situato sulla vetta più alta dell'Appennino Settentrionale (44°12' N, 10°42' E, 2165 m) e posto per la maggior parte dell'anno al di sopra del Pbl.
"Durante la primavera e l'estate del 2020, a Monte Cimone sono stati osservati valori di ozono molto inferiori agli anni precedenti, sin dal 1996, che l'analisi di variabili meteorologiche e dei cicli giornalieri non ha indicato come riconducibili a cambiamenti nel trasporto verticale di masse d'aria nella zona di Monte Cimone legate ad effetti orografici", prosegue Paolo Cristofanelli primo ricercatore del Cnr-Isac di Bologna.
"I bassi valori di O3 che hanno caratterizzato la primavera e l'estate del 2020 non possono essere spiegati neppure da differenze nella circolazione ad ampia scala rispetto ai cinque anni precedenti. I periodi con i valori più bassi sono stati tra l'altro osservati in concomitanza con masse d'aria provenienti dal Pbl dell'Europa e del nord Italia", continua.
Tutto concorre pertanto a concludere che "durante la primavera e l'estate del 2020, le restrizioni dovute al Covid-19 abbiano ridotto le emissioni antropiche nel Pbl dei precursori dell'ozono, ossia di quelle sostanze che, in presenza di radiazione solare, ne provocano la formazione e che possono essere emesse da fonti umane fra cui, ad esempio, il traffico veicolare. Sembrerebbe essere questo ridotto fattore antropico ad avere determinato i bassi livelli osservati a Monte Cimone, in modo particolare quando le masse d'aria provenivano dal Pbl europeo e settentrionale".
(adnKronos)
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