Italiano di origine marocchina? Mi spiace, la stanza non c'è più

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Modena Affittasi NoMeridionali1Sei uno studente universitario? Cerchi una stanza in affitto dove trasferirti dal lunedì al venerdì per seguire le lezioni?

Se sei italiano, con un nome italiano, non frai fatica a trovarla. Se sei italiano, ma con un nome e cognome magrebino o di altra nazionalità, allora ti si chiuderanno parecchie porte.

La denuncia arriva da Chaimaa Fatihi, studentessa di giurisprudenza all'Università di Modena e residente con la famiglia a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. Chaimaa, che è nota per la lettera (divenuta anche un libro: Non ci avrete mai edito da Rizzoli) contro i terroriti dell'Isis, non sta cercando una sistemazione per sé, ma per un'amica: italiana, ma di origine marocchina. E il problema, almeno per quanto riguarda l'esperienza raccontata da Chaimaa, sta proprio lì. In quel "di origne marocchina'.

"Decido di aiutare un'amica a trovare una camera in affitto - scrive - e inizio a cercare tutti gli annunci e di conseguenza comincia la maratona delle telefonate. Di primo impatto sembrano andare quasi tutte bene, ti danno le informazioni utili, i prezzi e chiedono quando vuoi vederla, poi arriva la fatidica domanda "lei di dov'è?" e allora rispondi "italiana", ma per accertarsi ti chiedono il nome, così quando glielo fai presente, ti dicono 'ah ma allora non è italiana'. Il sangue al cervello bolle e dentro ti auto imponi di stare calma, dunque esclamo 'italiana di origine marocchina'. Da qui sembrano avere tutte le camere super occupate e così inizia la lista delle scuse, che prima non esistevano, ma dopo il nome non italiano compaiono all'improvviso".

Come se un cognome italiano certificasse civiltà e serietà. Ri-sottolineiamo che si tratta di un'esperienza e che, senz'altro, ci saranno esempi virtuosi in tal senso. Ma sentire che nel 2016 alcune persone sono ancora prigioniere di stereotipi legati all'etnia fa veramente pensare.

Da dovunque la si guardi, questa vicenda rileva un problema di educazione e cultura che non è quella che necessariamente si acquisisce sui libri, ma quella che, più spesso, ci si fa vivendo e liberandosi dei pregiudizi. Questa vicenda richiama alla memoria immagini di quei meridionali che, negli anni del boom economico (anni '60) arrivavano al nord per lavorare nelle grandi fabbriche e, spesso, in cerca di una sistemazione si trovavano di fronte ad impietosi cartelli con sopra scritto: Non si affitta ai meridionali.

"Non ho mai cercato affitto - conclude Chaimaa - ma quanto è dura far comprendere che la civiltà e l'educazione non sono insite in una cultura, nazionalità o fede, bensì sono nell'individuo? Che fatica questa lotta quotidiana e che frustrazione continua". Già, che fatica.

Emanuele Salvato


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