Bici storiche restaurate per passione. Intervista esclusiva a Francesco Cozzani

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CozzaniFrancesco1MANTOVA, 1 mar. - Francesco Cozzani 38 anni, mantovano doc, è un restauratore di bici storiche che trasforma vecchi telai in autentiche opere d'arte.

Dopo una vita spesa nel mondo della moda, nel 2011 Francesco - Chicco per gli amici - reinventa letteralmente la sua vita, e con tanta voglia di fare e di realizzare qualcosa che intimamente lo affascina da sempre apre Restauro Bici.

In questa intervista, che proponiamo in esclusiva per voi, abbiamo cercato di tratteggiare un profilo di questo autentico 'artista' delle due ruote. Un artista che ha iniziato e prosegue la sua avventura da solo, senza seguire le logiche del profitto, ben conscio dei limiti ma anche del fatto che "vivere cosi" è la cosa che più lo realizza e che lo fa sentire libero.

Come è nata questa tua passione?
Tutto è iniziato con una crisi di natura professionale. E la crisi ha portato uno stimolo nuovo: la voglia di fare qualcosa di mio.
Volevo uscire dalla routine e dagli schemi tradizionali, volevo un cambiamento radicale. E cosi nei ritagli di tempo, ho iniziato a restaurare una bici che avevo in casa. Tutto è iniziato cosi, quasi per caso.

La bici era in qualche modo già una tua passione ?
No, io non sono mai stato un ciclista, ne un appassionato di ciclismo. Ma intimamente sono sempre stato affascinato dalla bici, e soprattutto dalla forma del telaio.
Poi lavorando e studiando ho capito ciò che realmente la bici è e rappresenta: un mezzo di trasporto senza tempo, che permette a tutti, in tutti i luoghi del mondo, di spostarsi.

Come hai imparato il lavoro di meccanico-restauratore?
Sin da ragazzino ho sempre avuto la passione per la meccanica, le moto e i motori. Poi iniziando a lavorare sulle bici ho iniziato anche a studiare e a comprendere tutta la meccanica legata al mezzo.

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Ovviamente ci sono stati diversi step, spesso anche tanti sbagli, che sono poi la via migliore per imparare veramente. In questo periodo di formazione ho avuto la fortuna di affiancare anche alcuni meccanici, e stando al loro fianco, guardandoli operare ho immagazzinato e imparato tantissimo.

Perché le biciclette d'epoca sono così affascinanti?
Le biciclette di oggi, quelle che escono dalle grandi catene di produzione, europee o asiatiche, escono già con una data di scadenza. In definitiva sono costruite per durare solo un lasso di tempo.

Al contrario le biciclette d'epoca sono spesso pezzi unici, costruiti con altri materiali, ideate per durare nel tempo.
Da qui il fascino, oggetti senza tempo, a volte vere opere di ingegneria, vere opere d'arte.

Nel recupero di un pezzo pregiato il puro criterio filologico può conciliarsi con aspetti tecnologici attuali e innovazioni creative?
Si possono sviluppare progetti interessanti che coniughino le due cose, ma bisogna valutare bene ogni aspetto della 'fusione' perchè è facilissimo cadere in fallo. Sono comunque sempre progetti impegnativi e difficili da realizzare. Personalmente io comunque preferisco restaurare evitando di 'contaminare' in qualche modo la bici d'epoca.

In fase di restauro di una bici d'epoca è necessario rispettarne il colore originario?
Restauro è una parola grossa che vuol dire tante cose. Esistono diversi tipi di restauro: il restauro conservativo, il restauro personalizzato e infine il restauro filologico.

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La bicicletta vuol dire libertà, libertà di movimento ma anche di espressione. Il colore è espressione di questa libertà, del carattere della bici, per cui l'unico aspetto che bisogna rispettare è la volontà del cliente. Per cui massima libertà nella scelta senza preclusioni.

Durante la fase della lavorazione è più facile appassionarsi all'estetica dell'oggetto o ai risvolti umani che la sua storia rappresenta?
Io amo lavorare sulle biciclette antiche perchè ognuna porta con se una sua storia, che è poi il frutto di tante storie. Con l'esperienza e con un occhio attento si scoprono particolari, segni, sigle, addirittura biglietti nascosti che sono la traccia tangibile del passato della bicicletta che si sta restaurando.

Ogni bici potrebbe raccontare una storia: potrebbe essere stata rubata, abbandonata, ritrovata, venduta, aver cambiato cittàE con l'esperienza questi aspetti ora vengono alla luce più facilmente, ed è sempre interessante scoprirne di nuovi.

Per rispondere alla domanda, a prescindere dall'importanza dell'estetica, sono sicuramente i risvolti umani legati alla bici che mi affascinano di più.

Il restauro deve rinnovare totalmente la bicicletta, farla sembrare appena uscita dalla fabbrica?
Sono stato uno dei pochi, e molto probabilmente anche uno dei primi, che nel restauro di una bici ha scelto di mettere in risalto alcuni particolari usurati.
Quindi come principio ho evitato di nascondere tutto. La ruggine, ad esempio, accuratamente trattata con materiali specifici, può diventare l'elemento caratterizzante dell'opera finale.

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Ti limiti al restauro o produci anche modelli esclusivi, frutto della tua creatività?
Ad oggi la mia scelta è stata solo quella di restaurare. Al momento il mio scopo non è quello di creare nulla di nuovo, ne di creare una mia linea.
Voglio tenermi alla larga il più possibile dai principi di serializzazione e di businessAl momento voglio quindi solo pensare al restauro e a lavorare su pezzi unici.

Freni a bacchetta, a filo, a contropedale influiscono necessariamente anche sull'estetica della bicicletta. Quali ritieni possano rendere più elegante un esemplare datato e quali uno attuale?
Un tempo ogni bici nasceva con un tipo di frenata e nulla era lasciato al caso. Esistevano anche bici che avevano tutte e tre le tipologie di frenata. Proprio in questi giorni sto restaurando una bici austriaca del '47 che monta tre tipologie di frenata diverse. Dal mio punto di vista, più una bici rimane pulita, meno è accessoriata e più mi piace.

Qual è il dettaglio, l'elemento strutturale o accessorio che maggiormente caratterizza l'originalità della bicicletta?
L'elemento più caratterizzante e affascinante di una bici d'epoca è sicuramente la testa delle forcelle. E' proprio li infatti che le aziende andavano a stampare il loro marchio o la loro sigla. Ma anche la corona, che io amo tenere sempre scoperta, ha il suo fascino e il suo appeal.

Restauri più bici da uomo o da donna ?
Sicuramente più da uomo. Ma anche perchè le donne apprezzano e richiedono modelli da uomo, che hanno decisamente più carattere. E questo oggi alle donne piace molto.

Ritieni necessario mantenere una dimensione individuale per esprimere compiutamente la tua creatività, o prevedi possibili future aperture a collaboratori?
Preferisco mantenere un profilo che rispecchi la mia dimensione individuale. Non nascondo che il lavoro è tanto e una mano potrebbe fare comodo. Ma come ho già detto non sono guidato da principi di business e di profitto. Preferisco decisamente questa dimensione, che mi fa stare bene e mi fa sentire libero.

C'è un modello di bici d'epoca che sogni di dovere un giorno restaurare?
Di modelli ce ne sono diversi. Sicuramente la bicicletta da paracadutista dell'esercito italiano è uno di questi. E' stato uno dei primi modelli di bici pieghevole, utilizzato dai paracadutisti durante la 2° guerra mondiale. Un modello con una linea decisamente affascinante che però è davvero difficile trovare a buon prezzo.

(s.t.)


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