Food&Science Festival, Segrè: 'Lo spreco zero deve iniziare da casa nostra' Bisogna dare più valore al cibo e modificare i comportamenti alimentari

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Mantova FoodScience SegréMANTOVA, 01 ott. – "Non diamo più il giusto valore al cibo. Non ci domandiamo più che cosa stiamo mangiando. L'unica cosa che sembra importare è spendere poco, senza porci il problema della qualità di ciò che mangiamo e questo genera a monte di una filiera produttiva una produzione insostenibile, mentre a valle della filiera troviamo il consumatore con tutti i problemi sulla salute che ne conseguono, compresi i costi sanitari che una scorretta alimentazione genera".

A dirlo il professo Andrea Segrè professore ordinario di Politica Agraria Internazionale e Comparata all'Università di Bologna, che questa mattina al Teatro Bibiena, nell'ambito del Food&Science Festival, ha parlato di D(i)ritto al cibo con il giornalista scientifico Marco Cattaneo.

Un gioco di parole quello del titolo dato all'incontro, con quella i fra parentesi che può cambiare diritto in dritto ma che non sposta l'attenzione da quello che è stato l'oggetto dell'incontro, il cibo appunto. Cibo che rientra anche in un altro gioco di parole, "Accesso/Eccesso al cibo" che Segrè ha utilizzato per spiegare come da tempo si parli di fame nel mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo nonostante oggi siano "più del doppio - ha detto - le persone in sovrappeso rispetto a quelle che hanno fame".

Insomma, c'è una parte del mondo, quella dei paesi industrializzati e benestanti, che di cibo ne consumano oltre i loro bisogni sprecandolo, mentre un'altra parte, quella dei paesi in via di sviluppo (anche se si sta allargando il problema in altre zone) dove si fatica a mettere insieme il pranzo e la cena, quando va bene. In mezzo a questa forbice ci sta lo spreco, appunto, il cibo comprato in eccesso e poi gettato.

Segrè ha fatto un passo indietro, spiegando come nella filiera che va dalla produzione al consumo, ci siano differenze fra paesi sviluppati e n via di sviluppo. In questi ultimi, infatti, "il problema non è tanto lo spreco, che avviene a vale della filiera e riguarda più che altro i paesi sviluppati ed economicamente più forti, ma la perdita che si ha a monte della filiera. A causa di impreparazione tecnologie insufficienti, infatti, questi paesi perdono circa il 20-25% delle loro potenzialità produttive". Nei paesi sviluppati, invece, il problema è lo spreco legato, soprattutto, a comportamenti sbagliati e unito a una tendenza a dare poco valore al cibo, come detto all'inizio.

Ma come si può limitare questo spreco e come si possono correggere questi comportamenti alimentari scorretti e l'abuso del cibo spazzatura che ha enormi ricadute sia sull'ambiente, in quanto favorisce le produzioni intensive, che sulla salute delle persone? "La prima cosa da fare - ha detto Segrè - è modificare i nostri comportamenti alimentari. Serve una maggiore educazione alimentare. Dobbiamo capire tutti che comportamenti che favoriscono lo spreco hanno impatto sia sociale che economico. Lo spreco zero deve cominciare da casa nostra".

(e.s.)


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