Segni è in onda fino al 30 novembre, ecco alcuni spunti per continuare a seguire il Festival online

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Mantova SegniInfanzia PanicAtLotOfOBesideTheDiscoMANTOVA, 20 nov. - Il Festival Segni è terminato lo scorso 8 novembre, ma la piattaforma online segninonda.org è attiva fino al 30 novembre e potete rivedere tutti gli spettacoli e gli incontri dell'edizione di quest'anno comodamente da casa. Pubblicheremo quattro recensioni di diversi eventi in programma realizzate da un giovane spettatore, che potranno servire da stimolo e da consiglio per rinnovare l'atmosfera del Festival.

Ecco la prima relativa allo spettacolo "Panic at lot of other places beside the disco".

Una rappresentazione teatrale che ha saputo toccare con grande cura un tema altrettanto delicato. Penso che il tema della solitudine sia ormai molto diffuso tra i giovani soprattutto in questi giorni in cui siamo costretti a rimanere nelle nostre camere da letto, confinati dalla visione di persone al di là di uno schermo. Purtroppo gran parte della nostra giornata viene condizionata dall'uso del cellulare. Siamo costantemente connessi ad un mondo virtuale e ideale in cui crediamo di poter ritrovare la nostra vera personalità, ma in realtà ci riduciamo ad un manifesto di finzione: chi ci vede da dietro a uno screen si limita a giudicare la nostra apparenza, ignorando completamente il nostro modo di essere o di fare nella vita reale. Di conseguenza la solitudine condizionata dalla vita sui social causa spesso sintomi di depressione. Chi la prova rischia di cadere in un oblio senza fine trascinato dalla sensazione di inadeguatezza per una vita che pare metterlo estremamente sotto pressione.

La leggerezza della danza scaturita dalla musica trasmette piccole sensazioni che riflettono in noi gli stessi sentimenti provati dall'attrice sul palco.

I giovani agli occhi degli adulti possono apparire impegnati in una vita apparentemente complessa come quella dei social, ma non sempre comprendono che in realtà i mezzi di cui disponiamo per rimanere online, se adoperati nel modo sbagliato, sono causa di solitudine. Il rapporto umano necessita di contatto e empatia, elementi che vengono a mancare in una qualsiasi relazione a distanza. Lo spettacolo, infine, vuole esprimere un'ultima speranza nei confronti di noi giovani: "non abbiate paura di essere voi stessi e non temete i giudizi che giungono da chi vi sta vicino, perché solo alzando lo sguardo dal cellulare imparerete a conoscere gli altri in vista di un futuro da costruire".

Alberto Borelli, 4F, Liceo Scientifico Belfiore, Mantova


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