Barghouti ricorda Darwish, poeta palestinese resistente: 'Il nostro Neruda'
- Dettagli
- Creato 07 Settembre 2014
- Pubblicato 07 Settembre 2014
MANTOVA, 07 set. - Mourid Barghouti, poeta e letterato palestinese, vuole le luci accese.
Quell'atmosfera un po' cupa e triste che ha preceduto il suo intervento in memoria di Mahmoud Darwish, sabato sera nell'auditorium del Conservatorio Campiani, non era adatta al poeta della resistenza palestinese scomparso nel 2008.
"Darwish era un uomo sloare – ha detto Barghouti, dopo la lettura di alcne poesie da parte di alcuni attori e l'introduzione di Elisabetta Bartuli – e avrebbe voluto senz'altro che il suo ricordo fosse stato all'insegna dell'allegria e dell'intelligenza".
Certo e sue poesie, ma anche i suo testi in prosa, non sono proprio solari e allegri. Ma è inevitabile. Su tutti citiamo la poesia su Gaza, un po' il biglietto da visita di Darwish, che definisce la città "pronta a farsi esplodere per far sapere che anche lei e i suoi abitanti hanno il diritto di esistere". Forte. Come forti sono anche le parole utilizzate per trattare altri temi cari a Darwish, quali l'amore e la lingua.
"Darwish – ha proseguito Barghouti – era il Neruda dei Palestinesi. Ha sacrificato tutta la propria vita per la poesia. Alla poesia ha dato tutto. L'eleganza della sua parola era il suo modo di vendicarsi dell'occupazione israeliana, il modo per rispondere a quel politico israeliano che aveva detto che la Palestina non poteva essere una nazione, perché non aveva una cultura, una letteratura, degli intellettuali".
La poesia di Darwish, essendo legata alla propria terra, non poteva che essere una poesia di resistenza: "Dal 48 lottiamo – ha detto Barghouti - per essere liberi. La resistenza poetica di Darwish si esprimeva su due fronti: quello di resistere all'occupazione come essere umano; d'altro canto ha cercato di resistere alle modalità tradizionali di rivolgersi alla poesia. Lui ce l'ha fatta su entrambi i fronti. La sua grandezza di poeta testimonia la sconfitta del tentativo di massacro totale dell'identità palestinese portato avanti dai governi israeliani".
Emanuele Salvato