Riflessioni con il maestro del giallo Donato Carrisi: 'Dalla paura nasce l'odio'

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Mantova Festivaletteratura CarrisiDonato2MANTOVA, 07 set. - Piazza Castello di Mantova è stata nuovamente il palcoscenico di un evento straordinario al Festivaletteratura, con una Piazza gremita di appassionati lettori ansiosi di conoscere il mondo della paura attraverso gli occhi di uno degli autori più acclamati del giallo, Donato Carrisi.

"L'EDUCAZIONE DELLA PAURA" - questo il titolo dell'evento - è stata un'esperienza coinvolgente, guidata dall'acuto ingegno di Carrisi, noto per le sue opere tra cui "La casa delle luci" e "Io sono l'abisso". L'autore e regista ha esplorato il tema delle paure umane, domandandosi a cosa serva la paura e perché, anziché evitarla, ne cerchiamo l'emozione nei libri e nei film.

Carrisi ha toccato il cuore di una questione universale: le nostre paure sono spesso le stesse da quando eravamo bambini. Il lupo, il buio, gli spettri, i personaggi cattivi delle fiabe - queste paure ancestrali continuano a suscitare in noi un brivido di eccitazione: "Il pianto di un bambino appena nato è sinonimo di paura. In fondo se ci pensate bene la paura è il primo sentimento che di fatto sperimetiamo".

Si passa cosi al racconto drammatico della tragedia di Vermicino e del piccolo Alfredino, che ha segnato profondamente tutti gli italiani e in modo particolare l'autore. In quei drammatici giorni di giugno del 1981 l'Ialia si fermò incollata davanti alla Tv e a quelle strazianti dirette. Le lacrime dei genitori, i tentativi dei soccorsi, la "sfilata delle autorità". "Tutti volevano toccare con mano quello che stava succedendo. Il teatro della tragedia si trasformò in una fiera dell'orrore. L'Italia dopo Alfredino perse di fatto la sua innocenza".

"Anche in tragedie come Garlasco, Cogne, Avetrana i media hanno avuto un ruolo fondamentale. In tutti questi casi il pubblico si è nutrito della paura grazie ai media. "La ragazza della nebbia", libro e poi film, è stato scritto prendendo spunto da questo" ha svelato l'autore.

Carrisi ha anche sottolineato che il mostro che più ci spaventa risiede spesso all'interno di noi stessi. Questa prospettiva ha portato ad una riflessione profonda sulla natura umana e sulla complessità delle nostre paure interiori.

"Con la paura si possono costruire tante cose - spiega Carrisi - Si può ridere della paura, e la paura può anche far ridere, ma non c'è niente di più pauroso di un colpo di tosse sotto il letto. La paura ci fa acquistare delle cose: si passa dai beni di consumo ai beni di consolazione. Ricordate il periodo della pandemia ? La paura in fondo toglie i freni inebitori ed è anche un modo per conoscere se stessi. Dalla paura nasce l'odio. Ma se la si affronta lo si può anche sconfiggere".

L'atmosfera unica della Piazza Castello ha aggiunto un tocco speciale all'evento, un'occasione straordinaria per esplorare i confini dell'umano attraverso la lente di uno degli scrittori più acclamati del genere.

(l.t.)

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Scaricate gratuitamente il programma e la mappa del Festivaletteratura. Le versioni cartacee sono anche reperibili nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.

 


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