Zizek e l'assenza, che nessuna macchina può cogliere, come essenza dell'umanità: 'Senza ostacoli da superare l'umanità si spegne'

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Mantova Festivaletteratura ZizekMANTOVA, 11 set. - "Lasciatemi parlare". Esordisce così, parafrasando una frase del Lamento d'Arianna di Monteverdi, il filosofo e psicanalista sloveno Slavoj Zizek nel corso dell'incontro tenutosi stamattina in piazza Castello. E le quasi tre ore di dialogo con Mauro Carbone e la interprete Marina Astrologo, di fatto attrice fondamentale dell'evento, rappresentano una lampante dimostrazione che nessuno gliel'ha impedito. Un intervento fiume, ricco di analisi filosofiche e sociali, aneddoti anche divertenti, barzellette, psicanalisi e citazioni cinematografiche italiane non certo mainstream.

Inizia con un omaggio a Mantova e Monteverdi, come accennato all'inizio, e poi s'avventura in una trattazione del cinema nostrano omaggiando titoli non proprio da Leone d'Oro come "Conviene far bene l'amore" di Pasquale Festa Campanile, "Il Colosso di Rodi" di Sergio Leone e uno spaghetti western, non di Leone, ma di Ezo Castellari (Quella sporca storia nel West) che rilegge il dramma di Amleto in chiave western: "Mi piace molto - ha detto Zizek, che ha scritto anche numerosi saggi cinematografici - perché rappresenta la versione più chiarificatrice dell'opera di Shakespeare. E non c'è da stupirsi, perché spesso sono le culture diverse da quelle originarie a rappresentare meglio l'essenza delle storie e dei drammi"Ne ha anche per Benigni e "La vita è bella": "Avrei cambiato qualcosa - ha detto - nel finale, quando padre e figlio si salutano per sempre. Avrei fatto dire al figlio che la storiella non se l'era bevuta, aveva fatto finta di crederci solo per fare piacere al padre". Spiazzante.

Il pensatore sloveno, che al Festival è arrivato fresco di un saggio su Hegel e il cervello postumano (Ponte alle Grazie) in cui riflette sui rapporti fra dialettica e tecnologie, stimolato dalle puntuali domande del filosofo Mauro Carbone ha affrontato un tema per lui centrale come quello del rapporto fra intelligenzza umana e artificiale. Un rapporto secondo alcuni, come Ilon Musk, sempre più stretto a tal punto che presto le comunicazioni fra esseri umani saranno esclusivamente cerebrali. "Non mi fido di quest'idea della singolarità - ha detto Zizek - Perché, in questo modo, vengono eliminati gli ostacoli che sono fondamentali per dare un senso agli sforzi umani messi in atto proprio per superarli. Gli ostacoli generano la perfezione e ci fanno tendere verso quella. Può essere che un collegamento diretto cervello-cervello acceleri molti processi, ma metterebbe a rischio la sessualità e la creatività umane". Insomma, l'umanità stessa. "Un collegamento di cervelli - ha aggiunto - facilita lo scambio di pensieri, ma ci si ferma lì".

Affascinante e stimolante tutto il discorso sull'Assenzialismo: "Le cose assenti - ha detto - sono essenziali per l'uomo e la civiltà umana si basa sugli assenziali. Nessun programma informatico è in grado di cogliere l'assenza. Per questo, dico, che se il progetto di Musk di rendere sempre più stretta la connessione fra cervello umano e memoria artificiale si concretizzasse in maniera sempre più stringente, allora si andrebbe verso la fine dell'umanità".

Emanuele Salvato

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Scaricate gratuitamente e stampate (fronte-retro) lo Speciale Festivaletteratura firmato L'Altra Mantova. La versione cartacea sarà anche reperibile nei principali punti di interesse del Festivaletteratura.


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