Giustizia e prospettive economico-giuridiche nell’analisi (condivisa) di Carlo Cottarelli e Giuseppe Pignatone

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Creato 09 Settembre 2021

Pubblicato 09 Settembre 2021

MANTOVA, 09 set. – Un incontro che si potrebbe definire "amichevole" quello tra le prospettive economiche e giuridiche del nostro paese sostenute da Carlo Cottarelli e Giuseppe Pignatone nel corso dell'incontro odierno, in piazza Castello, coordinato da Vincenzo Satta.

Nessun dato contrastante, anzi, convergenze diffuse hanno caratterizzato l'analisi parallela dell'economista e del giurista, da cui emerge un ritratto sicuramente preoccupante della situazione italiana in ordine alla impellente necessitĂ  di un recupero economico, fortemente legato al PNRR e alle relative opportunitĂ  di sviluppo, investimenti e riforme, a cui si contrappone un ordinamento giuridico e burocratico precario e farraginoso.

La giustizia distributiva evocata da Cottarelli, connessa al concetto di uguaglianza di opportunità e di riconoscimento del merito, prevede un "adeguato grado di solidarietà. C'è spazio per una redistribuzione della tassazione in chiave progressiva. Non certo con un'eventuale flat tax".

C'è una certa analogia con il percorso di depenalizzazione di parte dei reati penali auspicata da Pignatone: "Tutti d'accordo, a parole, ma non la si fa perché la situazione attuale giova agli avvocati, a certi magistrati che così tengono in vita uffici inutili e, soprattutto alla politica che può, in tal modo, scaricare sulla magistratura tanti problemi non risolti con le leggi (vedi il caso Ilva o gli sfratti)".

Se è vero che i tempi della giustizia italiana sono 4, 5 volte più lunghi della media europea, Pignatone ha fatto presente che un magistrato italiano si deve occupare di un numero di cause 8 volte superiore a quello di altri paesi europei, che gli avvocati da noi sono 10 volte quelli della Francia, ma anche che la sezione penale della nostra Cassazione emana 55mila sentenze all'anno, contro le 5mila della Germania e le 3mila della Francia.

Altro tema proposto da Satta, le semplificazioni, è stato affrontato da Cottarelli partendo dalla deroga al sistema degli appalti aperto dalla ricostruzione del ponte Morandi a Genova. Deroga che diventerà prassi diffusa nei prossimi anni con un centinaio di opere già affidate a commissari, ma che impone molta cautela a fronte dei rischi di degenerazione delle procedure e di infiltrazioni di carattere mafioso.

Semplificare sembra la parola d'ordine sia riguardo alla burocrazia amministrativa, sia nel campo dell'amministrazione della giustizia, ma gli ostacoli e i pericoli su quella strada sono tanti. Come la corruzione, che ha conseguenze economiche (maggiori costi per lo stato, opere inutili per favorire altri, meccanismo della concorrenza falsato), ma si riverbera direttamente nell'ambito della giustizia con casi di corruzione direttamente correlati all'attività delle mafie che, abbandonata la strategia delle azioni feroci, cruente, puntano a relazioni con il mondo economico in cui la corruzione è lo strumento principe per interessi personali, favori basati su reciproci vantaggi.

Quello che serve un recupero del senso di responsabilità civile a partire dall'educazione scolastica in senso civico, fin dalle prime scuole elementari. Anche su questo converge il pensiero di Carlo Cottarelli – l'economista - e Giuseppe Pignatone – il giurista -.

(gmp)

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