Giustizia climatica e interdipendenza degli ecosistemi: Mary Robinson con Giorgio Vacchiano tra cruda realtà e speranza per il futuro della terra

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Mantova Festivaletteratura Robinson-Vacchiano-Cimini1MANTOVA, 12 set. – "La giustizia climatica richiede il passaggio a un sistema sociale che riconosca i diritti di tutti". E' l'auspicio di Mary Robinson, già presidentessa della Repubblica d'Irlanda e Alto Commissario dell'ONU per i Diritti Umani, che da anni ha intrapreso una battaglia per mettere il tema della giustizia e dell'uguaglianza al centro dell'impegno collettivo sul fronte del cambiamento climatico.

Uno sconvolgimento ambientale che mette in crisi il nostro vivere dentro gli ecosistemi e colpisce in maniera squilibrata soprattutto i paesi più poveri, che generalmente sono i meno responsabili dell'innalzamento delle temperature globali.

Su questi temi Mary Robinson si è confrontata, in collegamento streaming, con il ricercatore ed esperto di foreste Giorgio Vacchiano nel corso dell'evento di ieri pomeriggio al Museo Diocesano, articolato sulle sollecitazioni di Giancarlo Cinini.

Mantova Festivaletteratura Robinson-Vacchiano-Cimini2Sono vari gli strati di ingiustizia individuati dall'autrice di "Climate justice", presidente della Fondazione che porta il suo nome: la componente razziale che marginalizza le popolazioni più povere si combina con la questione di genere, con quella intergenerazionale della mancata tutela per le generazioni future, a cui si aggiunge lo sfruttamento speculativo dei combustibili fossili da parte dei paesi industrializzati e la negazione dell'accesso alle risorse di energia pulita ai paesi più poveri.

Ingiustizie che si ripercuotono sulla natura con l'incalzante perdita di biodiversità. A ciò si aggiungano gli effetti devastanti del Covid-19 che, come ha sottolineato Vacchiano, si verificheranno per alcuni decenni.

"Non abbiamo mai dovuto affrontare un'emergenza planetaria di tale gravità: una crisi che è connessa all'irreversibile dinamica del degrado degli ecosistemi. Uomo e natura – ricorda Vacchiano – sono inscindibili e la cura degli ecosistemi non è in contrasto con il lavoro, né tantomeno con la salute".

All'interrogativo posto da Cinini relativamente alla compatibilità del capitalismo con la lotta climatica, chiara la risposta di Mary Robinson: "Il capitalismo rampante di questi anni, una filosofia neoliberale che credeva che i mercati si autoregolassero, ha fallito e molte grandi aziende se ne sono rese conto.

E' necessario pensare a un'economia green che promuova la politica del chilometro zero, della riduzione dei consumi, del riciclo, di un'economia circolare. Esempi positivi ne esistono e nel mio libro ho raccolto belle storie di gente che si dà da fare. E sono soprattutto donne".

(gmp)

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