Leonard Pfeijffer con Gambarotta tra immigrazione e turismo di massa: 'Non è innocuo. Venezia l'esempio più lampante, ha perso la sua anima'
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- Creato 10 Settembre 2020
- Pubblicato 10 Settembre 2020
MANTOVA, 10 set. - Palazzo San Sebastiano ha accolto lo scrittore e drammaturgo Ilja Leonard Pfeijffer per la prima volta ospite del Festivaletteratura di Mantova. Ad accompagnarlo sul palco Bruno Gambarotta.
Pfeijffer è un prolifico scrittore olandese, che una decina di anni fa ha deciso di trasferirsi tra gli stretti vicoli di Genova per goderne eccessi e antichi splendori, come racconta abilmente in un suo romanzo "La superba".
Tema dell'incontro le assurdità del turismo di massa nel vecchio continente, dove le prospettive future più realistiche sembrano legarsi principalmente allo sfruttamento del passato, un tema molto sentito dallo scrittore che affronta anche nella sua ultima opera "Grand Hotel Europa".
"I tuoi libri sono pieni di storie, di livelli e di paesaggi. Che differenza c'è tra l'io narrante e l'io scrittore ?" chiede Gambarotta. "Innanzitutto sono onorato di essere qui. Per me è la prima volta, ed è tutto fantastico. Diciamo che è strano presentare contemporaneamente due libri, che però non sono collegati. L'unica cosa che li unisce è il narratore, che è anche lo scrittore e che sono io" risponde Pfeijffer.
"I tuoi romanzi sono metaromanzi" incalza Gambarotta. "A me piace tematizzare l'atto di scrivere, - spiega lo scrittore olandese - mi piace far vedere l'impalcatura e la struttura del libro. L'effetto è cercare di coinvolgere il lettore".
"Quando arrivai a Genova, vcolevo parlare e tematizzare il tema dell'immigrazione. A differenza di tante città europee, a Genova gli immigrati vivono anche in centro storico e non solo nelle periferie. Per me fu una novità , soprattutto per un olandese, paese in cui il tema nel 2008 non era ancora sentito. Era un problema lontano. A pensarci bene anche io sono un immigrato, solo che vengo dal nord, e questo fa la differenza, purtroppo".
Un altro tema importate dei libri è il turismo di massa, e le critiche verso di esso: "Il mio paradosso preferito è che i turisti sono sempre gli altri, mai noi. Il libro Gran Hotel europa nasce da un mio desiderio, ovvero spiegare cosa vuol dire sentirsi europeo oggi. E non ci vuole molto per capire che il tema dominante è l'onnipresenza del passatto, e dei fasti delle epoche antiche. C'è un altro lato della medaglia, però, ed è il fatto che chi vive in un paese ricco di storia pensa che i tempi migliori sono alle spalle. Vivere un presente peggiore del passato è un tratto distintivo europeo".
"Il turismo si ricollega a tutto questo, e alla bellezza del nostro passato. Ma il turismo di massa non è innocuo ed ha un impatto enorme sul tessuto della società . Venezia, in cui è ambientato anche in parte il mio libro, è l'esempio più lampante di come una città si sia arresa al turismo di massa. Oggi Venezia conta solo 50mila abitanti ma ha olttr 20 milioni di turisti l'anno. E' una città che ha perso l'anima".
(st)
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