Severgnini ricorda l'amico Nicolini: 'Nonostante tutto sarà un Festival meraviglioso. E noi italiani siamo meglio di ieri'
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- Creato 09 Settembre 2020
- Pubblicato 09 Settembre 2020
MANTOVA, 9 set. - In una piazza Castello esaurita, anche se con capienza ridotta a causa dell'emergenza covid-19, è tornato al Festivaletteratura il popolare e amato scrittore/giornalista Beppe Severgnini.
E non poteva iniziare con un ricordo all'amico Luca Nicolini, tra i fondatori della manifestazione: "Luca era un amico, e nonostante tutto questo sarà un festival bellissimo. Solo il fatto di averlo organizzato è ammirevole, un capolavoro".
"Sorprenderemo tutti", scriveva Severgnini lo scorso marzo in un editoriale del Corriere della Sera. Questi ultimi mesi così strani, difficili e spesso tragici hanno messo in luce, e portato talvolta agli estremi, molti aspetti positivi e negativi del vivere in Italia, in una sorta di "altalena emotiva" che ha saputo farci riscoprire l'orgoglio del coraggio ritrovato e di una battaglia apparentemente vinta contro taluni stereotipi sul popolo dello Stivale. Motivo per gioire del sentirsi italiani e continuare ad amare questa nazione nonostante tutto.
Di motivi, però, Severgnini ne ha raccolti molti altri, nei lunghi anni di viaggi e incontri e confronti e – insieme al giornalista Stefano Scansani – ne ha riproposti al pubblico presentando il suo ultimo libro/catalogo (Neoitaliani) che funziona come antidoto contro i momenti di sconforto.
"Cento motivi che parlano di noi, di cosa siamo stati e di cosa continuiamo a essere agli occhi del mondo" dice Servegnigni parlando del suo lavoro.
"Sono passati 15 anni dal libro 'La testa degli italiani', cosa è cambiato ?" incalza Scansani. "Sono cambiato io, è cambiato il mondo e sono cambiati anche gli italiani. Pensate al 1918, alla prima pandemia. Ne sono cambiate di cose. Ed è per questo che è difficile e ritrarre il cambiamento del paese" risponde Severgnini. "Ma il lockdown mi ha spinto e convinto a scrivere un libro sugli italiani. E sono convinto della sua utilità " prosegue.
"Volevo essere qui a Mantova a presentare il mio libro con la pandemia alle spalle, ma purtroppo non è stato così. Viviamo ancora questo difficile momento. Ho viaggiato tanto, e vissuto in molti paesi, ma l'Italia è un paese strepitoso anche con tutti i difetti che ha". "Pensate agli Stati Uniti, alla Francia, alla Gran Bretagna, alla Spagna, e quindi al razzismo, al separatismo, alle proteste a come è stato affrontata la pandemia: a conti fatti siamo un paese migliore di quello che pensiamo".
"Il problema in Italia è che abbiamo elevato il lamento ad arte" sentenzia Severgnini raccogliendo molti applausi.
A questo Scansani chiede: "Sei sicuro che sia possibile scattare una fotografia cosi ottimistica del cambiamento degli italiani ? E i problemi tra nord e sud ? il razzismo ?". "Io nei miei libri cerco sempre un minimo comune denominatore. E questo aiuta ad essere equi. Il sud è stato il nostro grande fallimento e la questione meridionale non è mai stata risolta: ma questo non può cancellare il fatto che la nazione sia più coesa e che i rapporti siano migliorati".
"Usciremo da questa stagione più sicuri, più coesi e più reattivi" prosegue Scansani citando una frase del libro "Su che basi hai avuto questa previsione ?". "Si poteva andare avanti o indietro e noi siamo andati avanti. In passato abbiamo perso competenza e altruismo. Oggi invece siamo stati salvati dalla competenza della scienza e dall'altruismo delle persone. Durante il lockdown siamo stati i migliori al mondo, e a mio avviso qualcosa abbiamo imparato" risponde Beppe Severgnini.
In conclusione il giornalista legge alcune righe del suo libro: un toccante ricordo di Luca Nicolini, la persona che "ha creato il Festivaletteratura più bello d'Europa". Il pubblico gradisce e si alza applaudendo.
(st)
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