Younge e l'America che spara: 'Muoiono 9 ragazzi al giorno, ma per gli americani le armi sono sinonimo di libertà'

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Mantova Festivaletteratura YoungeMANTOVA, 07 set. - Negli Stati Uniti muoiono per arma da fuoco, in media, 9 ragazzi/bambini al giorno. Una cifra impressionante, che fa paura. Una cifra che ha consentito al giornalista del Guardian, Gary Younge, di scegliere un giorno a caso del calendario per trovare dieci morti, fra adolescenti e bambini, a causa delle armi da fuoco in tutti gli Usa.

Younge ha scelto il 23 novembre del 2013 e, come temeva, dieci storie le ha trovate e le ha raccontate nel libro Un altro giorno di morte in America.

"Uno degli aspetti più terrificanti di questa storia - ha spiegato Younge ieri a Palazzo San Sebastiano, intervistato da Francesco Costa - è che i parenti dei bambini uccisi non danno quasi mai la colpa alle armi da fuoco. Non ne parlano nemmeno. Per loro è come se fossero stati investiti da un'auto e questo perché per gli americani, o almeno per una gran parte di loro, è impossibile immaginare un mondo senza armi da fuoco, come per noi è difficile immaginarlo senza traffico".

Younge, che ha vissuto anche a Chicago con la moglie e i figli prima di ritornare in Gran Bretagna, cita un episodio che gli è capitato per rafforzare quest'ultimo concetto: "Ero a una cena con gli esponenti locali del Partito Repubblicano a Chicago - ha raccontato - e a un certo punto si è iniziato a parlare di armi. Uno di loro, sapendo che sono inglese, mi ha chiesto come facessi a vivere a Londra dove esistono così tanti controlli sulla vendita delle armi. E io gli risposi con una battuta che non gradì. Per stemperare il clima, un altro esponente del partito disse che in Gran Bretagna non abbiamo libertà, proprio perché abbiamo troppe limitazioni sulla vendita delle armi. Perché per loro la libertà è garantita dalle armi da fuoco. Libertà e armi da fuoco per loro sono sinonimi".

E le statistiche sulla diffusione delle armi negli Usa sono impietose: ne circolano 265 milioni, il 42% di quelle che a oggi esistono nel mondo. Nel 2016 ci sono state 477 sparatorie di massa, più di una al giorno. Spesso, a essere coinvolte in queste sparatorie, sono persone di colore o ispanici, ma si è generato un meccanismo per cui le famiglie di colore si autocolpevolizzano per questo: "Una bugia ripetuta - ha detto Younge - diventa verità e si finisce per crederci".

Il fenomeno, come dimostrano i numeri, è preoccupante. E lo è ancor di più se torniamo al dato con cui abbiamo aperto quest'articolo: i 9 morti al giorno fra adolescenti e bambini: "Noi tutti abbiamo responsabilità per questo - ha detto il giornalista inglese - perché la società non deve permettere che ciò accada, deve difendere i suoi figli. Qualunque sia il loro vissuto, la loro etnia, il loro colore della pelle, la loro provenienza sociale. Ai dieci ragazzi morti di cui racconto le storie nel libro è stata strapata l'infanzia anche perché la società in cui hanno vissuto non è stata in grado di proteggerli".

Emanuele Salvato

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