Il Pinocchio di Guillermo del Toro: una favola dark, inno alla ribellione e antitotalitaria

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DelToroGuillermo1Chi pensa di trovarsi di fronte all'ennesima trasposizione cinematografica del best seller di Carlo Collodi, stavolta si dovrà ricredere. Ne abbiamo visti decine di Pinocchio, del genere animazione ma non solo, ma tutti ricalcano, più o meno, il canovaccio collodiano senza discostarsene troppo.

Tutti mantengono quell'aura moralistica e pedagogica che ha guidato l'autore nella stesura della storia. Nel Pinocchiodi Guillermo del Toro, diretto insieme a Mark Gustafson e in programmazione su Netflix, il banco narrativo salta un po'.

Innanzitutto, il regista messicano, fedele alla sua indole antitotalitaria, colloca la storia in Toscana, come l'originale, ma ne definisce chiaramente i contorni storici del periodo della Seconda Guerra Mondiale con l'Italia completamente sotto il dominio fascista. La collocazione gli è utile per programmare il burattino come un ribelle, allergico alle regole e pronto a sbeffeggiare il regime, l'immagine di Mussolini, i motti del ventennio, che ricorrono spesso nel corso della storia, così come alcuni personaggi: il podestà che recluterà Pinocchio nell'esercito italiano, ma anche lo stesso Duce caricaturato a dovere (basso, tozzo, grasso) farà la sua comparsa a uno spettacolo di marionette nel quale verrà preso in giro proprio da Pinocchio.

Pinocchio, che in questa storia non diventerà mai un bambino vero, ha un'indole genuinamente anti totalitaria e forse questa è, nella versione del regista messicano, il suo tratto più evidente e virtuoso. Della fata Turchina nemmeno l'ombra: al suo posto troviamo una creatura fantastica proveniente dall'aldilà che darà vita al burattino di legno e la sorella di questa creatura, una sorta di sfinge nell'Ade con cui Pinocchio avrà a che fare più volte e con cui discuterà della propria immortalità. Il Paese dei Balocchi non c'è e al suo posto troviamo un campo di rieducazione per giovani fascisti pronti a sacrificarsi per la Patria nel quale Pinocchio, considerato dal Podestà della zona una sorta di macchina da guerra perfetta in quanto immortale, finirà insieme a Lucignolo che, in questo caso, è l'insicuro figlio del Podestà.

Scordatevi anche il Gatto e La Volpe, la trafila dell'albero dei soldi e pure MangiafuocoQueste figure possono essere considerate racchiuse nel signor Volpe, un impresario circense senza scrupoli che vuole legare a sé Pinocchio con un contatto capestro ai danni di Geppetto. Fuori dal coro collodiano è, poi, la figura della scimmia Spazzatura che, però, nella versione di del Toro, rappresenterà un personaggio chiave. Ancora più dell'intellettuale grillo parlante Sebastian e, forse, anche di Geppetto, che in questa storia è forse l'unico a rimanere fedele al ruolo che aveva riservato a lui Collodi, se escludiamo, però, l'inizio del film in cui ubriaco si ritrova a seppellire il figlio Carlo morto durante un bombardamento e da lì a cercare di ritrovarlo in un burattino che poi diventerà proprio Pinocchio.

Girato con la tecnica dello stop motion, il Pinocchio di Guillermo del Toro si caratterizza anche per le tinte dark e la cupezza di alcuni profondi passaggi legati alla morte e all'immortalità, come ben evidenzia il finale.

Nella versione in lingua originale del film troviamo diversi personaggi famosi che danno la loro voce ai protagonisti: David Bradley è Geppetto, Gregory Mann Pinocchio, Ewan Mc Gregor Sebastian, Tilda Swinton la Morte, Cate Blanchett Spazzatura, Christoph Waltz il signor Volpe.

Emanuele Salvato

Pinocchio di Guillermo del Toro e Mark Gustafson in programmazione su Netflix


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