L'uomo delle castagne: colpi di scena e suspense crescenti in una crime story generosamente nordica

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serie LUomoDelleCastagne1La "sfortuna", chiamiamola così, de "L'uomo delle castagne", la crime story in programmazione su Netflix da fine settembre, è quella di aver incontrato in palinsesto sulla stessa piattaforma la serie dell'anno, il sudcoreano Squid Game destinato a diventare un caso cinematografico per i contenuti e la crudeltà con cui li tratta (ne parleremo in un altro articolo).

Altrimenti della serie danese tratta dall'omonimo romanzo di Soren Sveistrup, anche sceneggiatore di The Killing, se ne sarebbe parlato molto di più.

"L'uomo delle castagne" è una crime story con tutti i crismi capace di tenere incollato lo spettatore alla poltrona un episodio dopo l'altro. Il rischio è di finirla in un week end perché la vicenda, ben costruita e intrecciata dal regista Mikkel Serup, è un crescendo di suspense e colpi di scena che porteranno a scoprire il serial killer che non t'aspetti. Ma non diciamo di più, perché la serie va vista e gustata.

Gli ingredienti nordici, che caratterizzano un genere crime di indiscusso successo (da Wallander ai Delitti di Valhalla passando per Bordertown, solo per citarne alcuni che potete ancora trovare su Netflix) ci sono tutti: un ispettore, donna in questo caso, dalle indubbie capacità deduttive ma in continuo conflitto con se stessa per il troppo poco tempo che può dedicare alla figlia; un collega tormentato e segnato da un episodio personale violentissimo, ma perspicace e intuitivo; una Copenaghen - e dintorni - grigia e affascinante allo stesso tempo, efficiente e ordinata, ma anche fredda e distaccata con protagonisti dalle vite all'apparenza irreprensibili, ma pieni di segreti e traumi irrisolti.

La serie si apre con una mattanza avvenuta nelle campagne intorno alla capitale danese alla fine degli anni '80. Sulla scena dell'omicidio un enigmatico omino fatto con le castagne. Simile a quello che parecchi anni dopo la detective Naia Thulin (Danica Curcic) e l'agente dell'Europol Mark Hess (Mikkel Boe Folsgaard) troveranno vicino al corpo di una donna uccisa in un parco giochi alla quale è stata amputata anche una mano. Su un piano narrativo differente, ma che ben presto si intreccerà con quello d'apertura, troviamo il ministro danese degli affari sociali Rosa Hartung (Iben Dorner) pronta a tornare al lavoro dopo un periodo passato a casa per elaborare il lutto della scomparsa della figlia, della quale, però, il copro non è mai stato trovato. Sull'omino di castage la Polizia Scientifica trova le impronte digitali proprio della figlia scomparsa della Hartung, Kristina. Il passato torna violentemente a galla e i due piani di narrazione raggiungoo un perfetto equilibrio.

Altre donne morte con arti amputati verranno trovate dalla Polizia e ad unire le morti, oltre all'omino di castagne sempre presente sulle scene dei delitti, anche la situazione familiare delle donne uccise: matrimoni burrascosi con figli lasciati a loro stessi, maltrattati e trascurati, ma anche storie di affidi non sempre andati a buon fine e servizi sociali in alcuni casi non proprio irreprensibili. In un crescendo emozionale L'uomo delle Castagne porta a riflettere anche su questi temi ed evidenzia quanti e quali traumi possa lasciare in una persona adulta un'infanzia a dir poco problematica.

(e.s.)

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L'UOMO DELLE CASTAGNE (Serie, 6 episodi)

Regia di Mikkel Serup (2021), V.M. 14 con Danica Curcic, Mikkel Boe Folsgaard, Iben Dorner. Disponibile su NETFLIX


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