‘Tutto ciò che è solido si dissolve a Parigi’: storia e attualità degli ideali socialisti nell’opera teatrale di Atilio Caballero

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Cuba Caballero LocandinaMANTOVA, 20 giu. - È grazie all'amicizia con lo scrittore cubano Atilio Caballero che ho la possibilità di condividere importanti notizie relative al nuovo spettacolo che sta preparando per il gruppo di teatro La Fortaleza di Cienfuegos, di cui è direttore.

Un lungo e meticoloso lavoro di indagine e documentazione, quasi completato, che sfocia nella rappresentazione intitolata "Tutto ciò che è solido si dissolve a Parigi" (citazione della famosa frase di Marx nel Manifesto Comunista). Prolifico e affermato scrittore, presente a Mantova per l'edizione 2013 di Festivaletteratura, Atilio Jorge Caballero Menéndez con questa sua nuova impresa letteraria affronta un tema di rilevanza storica e sociale, per molti aspetti inedito, che si traduce in un incisivo ritratto di due figure, Paul Lafargue e Laura Marx (seconda figlia di Karl), protagoniste dirette della tumultuosa nascita del movimento socialista agli inizi del Novecento.

Paul (Pablo) è nato e ha vissuto a Cuba fino all'età di 14 anni: figlio di un proprietario terriero francese imprenditore nelle coltivazione del caffè e di una mulatta di Santiago de Cuba, non è mai tornato nel suo paese di nascita. Il profondo lavoro di analisi di Atilio Caballero focalizza l'attenzione sull'ultimo giorno di vita di Paul Lafargue e Laura Marx: dopo 40 anni di matrimonio, sabato 26 novembre 1911 decidono di suicidarsi. In realtà la decisione è stata presa molto tempo prima quando i due cominciarono a rendersi conto di non avere più la forza per continuare.

LafarguePaul1Pablo ha 69 anni, Laura 66. Hanno avuto tre figli e tutti e tre sono morti molto piccoli. È morto anche Friedrich Engels, il grande amico di El Moro, come veniva amichevolmente chiamato Karl Marx. É stato lui, Friedrich il "Generale" a farsi carico delle spese della coppia da quando si erano stabiliti in Francia, due decenni prima. Nonostante abbiano dedicato la loro vita a diffondere l'opera di El Moro in tutto il mondo, sentono che tutto sembra diretto verso una grande distruzione. Hanno ragione: tre anni dopo, scoppierà la prima guerra mondiale.

Lafargue sente, alla fine, di non essere preso in considerazione. Per la sinistra è un anarchico e un ciarlatano. Per la destra, incendiario, provocatore, vile comunista. Laura sente di non avere più energie, che non è rimasto nessuno di quelli che amava di più. Rimprovera Paul per il suo fanatismo politico e attribuisce agli inutili sforzi profusi per la causa politica la morte dei suoi tre figli. Lafargue non trova spazio per le sue idee, per il dialogo ideologico e non riesce a vedere la Rivoluzione d'Ottobre - il suo ideale di grande cambiamento -, che avviene pochi anni dopo la sua morte.

Marx-LafargueLaura1A Laura che gli chiedeva se ritenesse che il socialismo fosse realmente possibile, Paul aveva risposto: "Non in questo secolo. Ma è un destino inevitabile... Forse abbiamo bisogno di passare attraverso un nuovo matriarcato". La sua visione del socialismo gli creò più nemici che amici in entrambi gli schieramenti politici. ..."Mi è sempre stato chiaro che la responsabilità di ogni persona è l'elemento essenziale dell'esistenza collettiva. Bisogna partire da lì; poi arriva TUTTO il resto. ... I proletari, ascoltando falsi economisti, si sono dati anima e corpo al vizio del lavoro, contribuendo a far precipitare la società in una crisi di sovrapproduzione. ... È necessario che il proletariato ritorni ai suoi istinti naturali e proclami il diritto alla pigrizia... che consiste nel non lavorare più di tre ore al giorno, per rilassarsi e godersi il resto del giorno e della notte ... Il fine della rivoluzione è lavorare il meno possibile e godere intellettualmente e fisicamente il più possibile".

Il suo libro "Il diritto alla pigrizia" diventerà, solo in tempi successivi, un riferimento universale del movimento operaio e socialista internazionale. "O il mio libro è troppo in anticipo sui tempi, o la mancanza di senso dell'umorismo ha impedito a molti di capire...", amava dire Paul. Le idee, sollecitate dalla sinistra quasi 200 anni fa, rimangono più o meno le stesse. In teoria, cercano di collegare le circostanze personali con quelle sociali. Ma ciò che è realmente accaduto, secondo la conclusione a cui sembrano essere giunti Lafargue e Laura, è l'incapacità di questa stessa prospettiva teorica di vedere l'individuo; vede ed esalta solo la massa, ignorando che una "massa" non è altro che la somma di molti individui.

Da qui l'idea dell'eterno ritorno, l'angoscia della ripetizione, la stanchezza di fronte all'incomprensione. Dopotutto, la loro vita è stata intensa. Per entrambi. Pablo ha dovuto fare i conti con il rifiuto della sua famiglia, quando ha deciso di abbandonare gli studi di medicina per dedicarsi alla lotta per il movimento operaio internazionale. Ha dovuto fuggire da un paese all'altro, inseguito come un agitatore; è stato più volte incarcerato, ha dovuto affrontare accuse da entrambe le parti: borghese e anarchico. A peggiorare le cose ha dovuto convivere con l'avversione del proprio suocero, Karl Marx, quella persona che ammirava sopra ogni cosa, che gli rimproverava di tutto, dal suo comportamento, dovuto alla sua origine latina, alla reale comprensione della sua eredità filosofica. 


Pablo, però, ha sempre cercato di essere al di sopra di ogni avversità, al punto da essere considerato, oggi, il vero fondatore dei primi partiti socialisti operai in Francia e Spagna. Niente di tutto ciò, tra l'altro, senza il costante e decisivo sostegno di Laura. Una donna di grande intelligenza, cultura e squisita sensibilità, che rinunciò a una vita più ampia per seguire quell'uomo delirante e loquace, un mulatto di Santiago che, alla fine, tenne nella manica una carta inaspettata: il prezioso libricino intitolato "L'elogio della pigrizia".

CaballeroAtilio2Hanno deciso che il loro ultimo giorno passerà come un giorno normale; un giorno di serena felicità. Passeggiano per il Bois de Bologne, pranzano su una terrazza vicino alla Senna, il pomeriggio vanno al cinema e la sera, tornando a casa, comprano dei buonissimi pasticcini. Più tardi, si siedono insieme, prendono il tè. Pablo ha versato nelle tazze alcune gocce di acido cianidrico. Poi si stendono a letto. Pablo completa la dose con un'iniezione nel braccio sinistro di Laura e fa lo stesso sul suo braccio destro. Il giorno successivo, il loro giardiniere Munch li trova abbracciati. A lui il compito di raccontare i fatti nell'opera di Alilio Caballero. Hanno lasciato una lettera con indicazioni precise.

"Mente e corpo sani, mi sto uccidendo prima di una vecchiaia, che a poco a poco mi sta privando ad uno ad uno dei piaceri e delle gioie dell'esistenza e mina la mia forza fisica e intellettuale, paralizza la mia energia, rompe la mia volontà e mi rende un peso per me stesso e per gli altri. Qualche anno fa mi sono ripromesso di non vivere oltre i Settanta anni. ... Sto morendo con la gioia suprema di essere certo che nel prossimo futuro trionferà la causa alla quale mi dedico da quarantacinque anni. Viva il comunismo! Viva l'Internazionale socialista!" I loro corpi, cremati, sono sepolti nel cimitero parigino del Père Lachaise, presso il Muro dei Federati. A pronunciare l'estremo saluto, Vladimir Ulyanov Lenin, amico di entrambi.

L'opera di Atilio Jorge Caballero Menéndez non si limita alla ricostruzione degli eventi, ma punta soprattutto a sollecitare riflessioni e scambi di idee tra attori e spettatori. Idee su emancipazione, uguaglianza, responsabilità, libertà, libertà di espressione. Idee in continua lotta dalla metà dell'Ottocento ai giorni nostri. Cos'è l'"identità"? Qual è, se esiste, il rapporto tra identità e patriottismo? Sono anche, ad esempio, due idee/domande che si pone questa storia.

"Poiché so che si tratta di un argomento e di una circostanza che, sebbene facciano parte del dibattito di idee a Cuba oggi, hanno una dimensione più generale (non voglio usare la parola "universale") – mi segnala l'amico Atilio rendendomi partecipe del suo bellissimo progetto -; credo che sarebbe interessante proporlo anche fuori dai nostri confini, in Europa". Ritengo che Atilio Caballero abbia perfettamente ragione e che la sua opera meriti di trovare un'opportuna porta d'ingresso anche da noi. Chissà...

Guido Mario Pavesi


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