A Palazzo Ducale una copia dei ‘Trionfi di Cesare’ di Andrea Mantegna. Dal 3 ottobre, al piano nobile del Castello di San Giorgio

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Mantova PalazzoDucale CopiaTrionfi MantegnaMANTOVA, 01 ott. - Da domenica 3 ottobre il consueto percorso di visita di Palazzo Ducale si arricchisce di una nuova, preziosa testimonianza del patrimonio artistico gonzaghesco: è una copia seicentesca di uno dei "Trionfi di Cesare" di Andrea Mantegna che sarà visibile in anteprima al piano nobile del Castello di San Giorgio, in una collocazione provvisoria.

La tela, riemersa dopo oltre un secolo, è stata acquistata e restaurata da Palazzo Ducale.

"A Palazzo Ducale circa un anno fa – afferma il Direttore Stefano L'Occaso – abbiamo ricevuto segnalazione che presso l'Ufficio Esportazioni stava transitando una copia dei Trionfi. Fortunatamente siamo riusciti a trattenerla, facendola pervenire a Mantova. È stata una trattativa diretta con la proprietà, rappresentata da Simonetta Frascione.

Dopo l'acquisto, il dipinto è stato oggetto di un immediato intervento di restauro, diretto da Daniela Marzia Mazzaglia e realizzato da Nicoletta Garattini (Brescia). Ringrazio entrambe per il prezioso lavoro e sono molto felice di poter arricchire le collezioni del palazzo con questo ulteriore importante tassello. Anche se la qualità della copia non è eccelsa, essa costituisce un documento storico e artistico di straordinaria importanza, perché riferibile a un momento drammatico e cruciale delle vicende dei Gonzaga".

Nel 1492 un orgoglioso Francesco II Gonzaga riteneva fossero tre i massimi capolavori del maestro dell'arte rinascimentale Andrea Mantegna, che era pittore di corte presso la sua casata: la cappella realizzata nel Castello di San Giorgio – oggi non più esistente – e, al pari della celeberrima Camera degli Sposi, i Trionfi di Cesare: nove tele di grandi dimensioni che, poste in sequenza, costituivano una straordinaria parata di immagini, celebrazione delle virtù militari di Giulio Cesare e quindi, con trasparente allegoria, dei Gonzaga stessi.

Questo ciclo, orgoglio del collezionismo gonzaghesco, lasciò Mantova per Venezia nella primavera del 1628 e da lì giunse a Londra. Tali capolavori, noti e celebrati in tutto il mondo, elevarono la reggia di Carlo I d'Inghilterra al rango delle corti di Parigi e Madrid per ricchezza e qualità di tesori d'arte. In una lettera del 1629 il mercante Daniel Nijs, mediatore e artefice della vendita, affermò di aver concluso l'operazione «per 68 mille scudi» e ribadì che ciò avvenne «con gran stupor di tutta l'Italia et disgusto estremo delli habitatori della città di Mantova».

Nonostante le ristrettezze economiche, i Gonzaga inizialmente non vollero vendere i Trionfi di Cesare, ma essi furono costretti dalle circostanze a inserirli in un secondo lotto, la cui cessione fu definita nel 1628, un anno dopo la prima vendita della pinacoteca. Prima di spedire via nave gli originali in Inghilterra – essi tuttora si conservano nella Orangerie di Hampton Court – Nijs ne fece trarre copie in scala 1:1, destinate a colmare il vuoto lasciato nel Palazzo Ducale di Mantova.

Di queste copie non si hanno avuto notizie per secoli, mentre si è a conoscenza di altre dipinte, disegnate o incise di più piccole dimensioni. Nel 1900 si venne a sapere dell'esistenza di due copie della stessa grandezza degli originali emerse in occasione di una vendita all'asta della collezione Cernazai, tenutasi a Udine.

Un celebre studioso, Andrew Martindale, suppose si trattasse delle copie fatte realizzare da Daniel Nijs al momento della vendita a Carlo I Stuart. Nel 2005 sono state invece rese note ben quattro tele anch'esse delle dimensioni degli originali, che si conservano nella Alte Galerie di Graz. Rispetto a queste quattro, le due tele Cernazai risultano iconograficamente complementari: è quindi possibile che facessero tutte parte della serie fatta realizzare da Nys nel 1628-1629.


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