Gelate, Coldiretti Mantova: temperature a -5°, frutteti in ginocchio Colpite anche le piantine di melone trapiantate in campo aperto

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Gelo Campagna1MANTOVA, 10 apr. - Due notti di gelo fuori stagione, con la prima a -2° e la seconda che ha fatto scendere la colonnina di mercurio intorno ai -4°/-5°, hanno compromesso parte della stagione per i frutticoltori mantovani.

Lo rivela Coldiretti Mantova, che sta raccogliendo le segnalazioni dei propri associati. Maggiormente colpite le colture di kiwi, albicocche, pesche e ciliegio, ma anche in parte i trapianti più recenti in campo aperto di melone. E per la prima volta, afferma Pier Paolo Morselli, presidente di Coldiretti Ostiglia e della cooperativa Corma di San Giovanni del Dosso, "si segnalano danni sulla vite, con la varietà precoce di Chardonnay che ha subito il 30-35% di bruciature da gelo su gemme e germogli".

Difficile, a oggi, sbilanciarsi sul danno economico, ma l'impatto, qualora la capacità di fruttificare fosse compromessa sugli alberi da frutto con un impatto medio intorno al 20%, si parlerebbe di milioni di euro di danni, in base all'andamento del mercato. Per ora, agli agricoltori non resta che attendere.

"La scorsa notte le temperature sono scese fino a -1,5° e -2°, ma la notte precedente in qualche zona dell'area di Sermide e Felonica siamo arrivati a -5° e a -2° in serra, tanto che i meloni trapiantati da due o tre giorni sono rimasti bruciati – racconta Andrea Costa, agricoltore e presidente di Coldiretti Felonica -. Sono tutte piantine che andranno sostituite, con un impatto economico che andrà a gravare sia per l'acquisto di nuove orticole che per l'utilizzo di manodopera. Per non parlare del fatto che la produzione di melone andrà a scalare per la parte sostituita più in avanti in fase di raccolta". Cifre alla mano, potrebbero essere stati bruciati dal freddo fra il 5% e il 10% dei meloni trapiantati in campo aperto.

"Non sono molte le imprese agricole che hanno sottoscritto un'assicurazione contro il gelo – afferma Morselli – in quanto le compagnie cercano di applicare franchigie con percentuali di danno elevate e cercano di non esporsi al rischio di gelate fuori stagione, ipotizzando con i cambiamenti climatici in atto una elevata probabilità di rischio".


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