Povertà: sono 3107 i nuclei famigliari incontrati dai Centri ascolto Caritas in provincia di Mantova, aumentano le situazioni di sovra indebitamento, il 90% sono italiani. Ecco i dati del Rapporto Caritas

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Povertà Elemosina7MANTOVA, 15 nov. - Sono 3107 i nuclei famigliari incontrati dai Centri di Ascolto della Caritas nel 2021, per un totale di circa 10700 persone. Si tratta di un dato in calo del 10% rispetto al 2020 e a diminuire sono più gli stranieri (-11%) degli italiani (-7%).

Sempre nel corso del 2021 la Caritas, nell'ambito del servizio Proximis, ha erogato oltre 102771 euro a 281 nuclei in difficoltà per estinguere debiti pregressi, per permettere ai giovani di andare a scuola, ma anche per il mantenimento dell'abitazione e per a cura della salute.

Le nuove situazioni di sovraindebitamento, che riguardano il 50% delle nuove situazioni incontrate da Caritas, riguardano soprattutto italiani (circa il 90%) con un'età media di 53 anni e con un reddito mediano di 1000 euro mensili. Essi sono prevalentemente pensionati italiani con un'età media di 64 anni e che vivono soli. Richiedono forme di intervento differenziate rispetto ai nuclei più giovani, quando l'intervento viene prevalentemente polarizzato sui figli

Questo, a grandi linee, il quadro emerso dai dati presentati ieri dalla Caritas Diocesana di Mantova e relativi alle attività svolte dalla rete dei Centri di Ascolto delle Povertà.

Entrando nel dettaglio del rapporto e riferendoci al calo di cui abbiamo accennato sopra, bisogna dire che "la flessione - come ricorda Caritas nel rapporto - non è stata regolare nel territorio della provincia. I centri attorno a Mantova, infatti, hanno registrato tutti un incremento dell'utenza rispetto al 2020 con incrementi percentuali anche consistenti, mentre, a parte il centro di Suzzara il cui andamento è nella media, i centri più periferici hanno registrato cospicue diminuzioni nel flusso di persone, come per associazione Marta Tana a Castiglione delle Stiviere e per l'Associazione San Benedetto a Quistello e Poggio Rusco per i quali la diminuzione dell'utenza arriva anche al 30% rispetto al passato".

Gli stranieri sono quelli a diminuire maggiormente come situazioni incontrate, ma rappresentano sempre la fetta maggiore, ossia il 69%. Si registra una forte prevalenza di cittadini marocchini rispetto alle altre nazionalità. In aumento la presenza dei pakistani, che nel corso del 2021 hanno cominciato ad arrivare con flussi mai registrati in passato chiedendo il riconoscimento dello status di rifugiato. Movimenti di nuovi accessi, anche se in modo meno marcato anche da India e Afghanistan.

Gli italiani, che rappresentano il 31% dell'utenza Caritas, hanno un'età media notevolmente più elevata degli stranieri (circa 42,6 anni, contro i 32,1 degli stranieri), con una quota di persone ormai fuori dal mercato del lavoro e con situazioni di disagio più radicate.

Il 14% degli utenti è privo di residenza. Si tratta prevalentemente di cittadini stranieri, ma si annoverano anche numerosi casi di persone italiane. Nella quota degli stranieri privi di residenza ha un fattore piuttosto rilevante la condizione di irregolarità rispetto alle norme sul soggiorno, che coinvolge circa 11% degli stranieri (dunque una minoranza rispetto ai fruitori dei centri Caritas), ma che non esaurisce la platea delle persone prive di iscrizione anagrafica.

Il dato dell'assenza della residenza è anche un indicatore della presenza di situazione di grave emarginazione sociale, che ha coinvolto 306 persone (quasi il 10% dell'utenza), prevalentemente stranieri (83% delle persone in questa condizione) e che si concentrano attorno al comune capoluogo (92% di questa popolazione). Si tratta per il 97% di uomini adulti.

"Nei mesi invernali - sottolinea il rapporto -, a seguito delle condizioni climatiche più severe, la presenza di persone in condizione di esclusione abitativa accresce la necessità di ampliare la capacità ricettiva delle strutture di accoglienza per scongiurare il rischio di morti per freddo. Ciò avviene in una situazione di grande intasamento delle strutture esistenti che faticano ad assorbire per intero la domanda di questo bisogno in crescita".

Oltre agli interventi economici relativi al progetto Proximis, il servizio ha svolto anche azioni di accompagnamento, educazione finanziaria, mediazione, ricognizione e ricostruzione delle situazioni debitorie. Si consideri che, dei circa 1400 servizi erogati, il 66% (ovvero i due terzi) sono riconducibili ad azioni di accompagnamento e costituiscono il primo e il più importante intervento che viene offerto.


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