Mantova, 8 lavoratori su 10 sono precari. Presentato il rapporto Lavoro 2021 dalla Provincia

  • Stampa

Lavoro Ricerca1MANTOVA, 17 giu. - Disoccupazione e occupazione in calo in provincia di Mantova e nuovi contratti nel 79% dei casi riconducibili all'area della precarietà.

In estrema sintesi è questo il quadro che emerge dal Rapporto sul Lavoro 2021 presentato ieri dalla Provincia di Mantova.

Il rapporto stato realizzato dall'Osservatorio provinciale del mercato del lavoro e ieri alla presentazione c'erano il presidente della Provincia Carlo Bottani, la consigliera con delega alle politiche del lavoro Donatella Panizzi, Anna Capucetti e Luca Ferrari curatori del rapporto e Roberto Piccinini responsabile del Servizio provinciale del Mercato del Lavoro.

"I dati Istat provinciali - spiega la Provincia in una nota - rilevano un bilancio occupazionale positivo se prendiamo in considerazione il numero di disoccupati che diminuisce in valori assoluti di circa 1.000 unità rispetto al 2020 e di circa 4.000 unità rispetto al 2019 e il tasso di disoccupazione, che si attesta nel 2021 al 4,7% in diminuzione di 1,7 punti percentuali rispetto al 2019. Se invece prendiamo in considerazione il tasso di occupazione, si osserva che anch'esso diminuisce passando dal 68,2% del 2019 al 65,9% del 2021. La causa della riduzione del tasso di occupazione è da ricondurre ad un deciso innalzamento del numero delle persone inattive, che passano dalle 69 mila unità nel 2019 alle 78 mila nel 2021.

La riduzione degli occupati non ha comportato un aumento delle persone in cerca di lavoro, bensì un passaggio di lavoratori non più occupati nella popolazione inattiva. Queste dinamiche sono riconducibili a un concorso di fattori: quello demografico e pensionistico, con l'uscita definitiva dalle forze di lavoro; un ridimensionamento del lavoro autonomo e dell'occupazione indipendente, anche a seguito delle difficoltà generate dalla pandemia per alcune micro attività a gestione familiare e/o marginale, che hanno rinunciato al lavoro; le minori occasioni di lavoro stagionale e saltuario; un effetto scoraggiamento verso il mercato del lavoro, facilitato anche da crescenti possibilità a beneficiare di sussidi pubblici. I dati relativi agli avviamenti non registrano aumenti significativi e riguardano prevalentemente la tipologia di lavoro temporaneo. Ad aumentare in maniera significativa sono le proroghe dei rapporti di lavoro a discapito delle trasformazioni in calo del 3%.

I dati proposti nel presente rapporto, che consentono di osservare puntualmente i fenomeni in atto a livello territoriale e settoriale, evidenziano una ripresa dell'occupazione su valori pressoché simili a quelli del 2019: il saldo tra avviamenti e cessazioni, risulta ancora positivo, ma di poco oltre le 700 unità e gli avviamenti al lavoro hanno registrato un tasso di crescita pari 0 rispetto al 2019, le cessazioni registrano un leggero calo (-1%). Ad aumentare sono le proroghe dei rapporti di lavoro che rispetto al 2019 crescono del 26%, segnali di un mercato del lavoro che cerca di riprendersi dagli effetti tragici della pandemia non attraverso nuovi contratti di lavoro e investimenti su nuova forza lavoro ma confermando i contratti in essere con tipologie di lavoro temporaneo in attesa di capire quale sarà il futuro. A conferma della precarietà del mercato del lavoro sono aumentati i contratti di carattere temporaneo, +5% (-22% lavoro a progetto; +21% somministrazione e +3% tempo determinato) e sono diminuite le tipologie permanenti, -16% (-5% apprendistato, -17% tempo indeterminato). Un buon segnale invece arriva dagli avviamenti dei giovani che segnano un aumento rispetto al 2019, con un tasso di crescita pari al 6% e diminuiscono le cessazioni dell'1%. Nell'anno 2021 hanno presentato una dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, 4.882 cittadini, di cui il 56% femmine e il 44% maschi.

Nonostante alcuni segnali di miglioramento, non si profilano ancora per il nostro territorio segnali di sviluppo e di investimento nella forza lavoro. La crisi sanitaria del 2020 che ha fermato il mercato del lavoro ha generato una ripresa che però riporta ai livelli prepandemia senza slanci innovativi. Permane l'urgenza di interventi strutturali finalizzati alla crescita e allo sviluppo economico da una parte e dall'altra al miglioramento del mercato del lavoro.


Questo sito utilizza cookie di terze parti (leggere la pagina informativa per approfondimento). Continuando con la navigazione si accetta il loro uso. Per informazioni dettagliate sulla normativa dei cookies, leggi la nostra privacy policy.

Accetto i cookies per questo sito.

EU Cookie Directive Module Information