M5s dice no al biometano a Guidizzolo e spiega il perché

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Biometano Centrale4GUIDIZZOLO, 06 mar. - "Agricoltura e tutela del suolo. Ricetta per il futuro. No al biometano a Guidizzolo". Questo il titolo dell'incontro organizzato dal M5S e tenutosi nella sala consiliare di Guidizzolo al quale hanno partecipato Roberta Pasetti, portavoce M5S in Consiglio comunale a Guidizzolo, Alberto Zolezzi, portavoce M5S in Commissione ambiente alla Camera e Giulia Innocenzi, giornalista esperta in temi ambientali.

Un incontro dove si è fatto il punto sulla situazione locale (qualità dell'aria, del suolo e delle falde acquifere) e generale di questo tipo di impianti con un focus sulle richieste di nuovi allevamenti intensivi in provincia di Mantova.

"Dopo quasi 15 giorni consecutivi di sforamenti delle polveri sottili in provincia di Mantova è necessario impegnarci per lo stop a nuove combustioni ed emissioni inutili in particolare nelle zone già in infrazione europea come Guidizzolo (direttiva 2008/50)", dichiarano i promotori dell'evento. "Mancano dettagli industriali di questo impianto (per ora è stata solo versata una caparra per rilevare l'impianto a biogas preesistente) oltre alle matrici che verranno trasportate all'impianto, si produrrà biogas che verrà bruciato in parte presso l'impianto (non più del 54% del biogas totale prodotto), verranno poi sparsi i digestati e i reflui liquidi con notevoli emissioni in atmosfera.
I dati di letteratura scientifica recente presentati mostrano come le bioenergie non riducono le emissioni rispetto all'energia fossile. L'Agenzia Europea Ambientale stima già 525 decessi da polveri sottili nella nostra provincia (era il 2018) quindi la soluzione non è certo quella di aumentare l'inquinamento."

"Il suolo dell'Alto Mantovano è ghiaioso e non è possibile interrare i digestati - spiega Alberto Zolezzi - quindi dovranno essere sparsi in superficie con emissioni ancora maggiori. Una piccola porzione di suolo non ghiaioso è proprio a Birbesi, si vuole spandere tutto il digestato lì con molestie odorigene e conseguente inquinamento per la popolazione? Non ci sono dati puntuali ma si può già stimare che serviranno almeno 700 ettari per spandere adeguatamente il digestato prodotto e a Birbesi non ci sono. Questo digestato ha un tenore di azoto elevato - prosegue Zolezzi - (rispetto ai reflui agricoli compostati) e contribuirà solo a peggiorare la qualità delle falde già vulnerabili ai nitrati. Questo progetto di biometano è in contrasto con la volontà di prolungare l'acquedotto dalle falde di Guidizzolo a Rodigo."

"Chiederò che venga votato un atto in Consiglio comunale per opporsi all'autorizzazione di questo impianto e per mettere in chiaro la posizione del Consiglio nei confronti dei vari enti coinvolti nell'eventuale richiesta di autorizzazione", afferma la Consigliera comunale M5S Roberta Pasetti.

"Vanno eliminati gli incentivi a impianti in zone vulnerabili ai nitrati, in zone in infrazione per la qualità dell'aria, per matrici a filiera lunga e per matrici multiple che possono dare problemi (qui sembra si voglia utilizzare pollina mista a liquami bovini). 
Zolezzi si è impegnato a verificare presso il nuovo Ministero per la transizione ecologica se il fondo "siti orfani" istituito dall'ex Ministro Sergio Costa si possa utilizzare anche per bonificare le 50mila tonnellate di rifiuti rimasti presso l'impianto a biogas di Birbesi.
Vanno inoltre verificate - aggiunge Pasetti - le decine di richieste di nuovi allevamenti intensivi e impianti in provincia di Mantova, nell'ottica di un impatto cumulativo e di programmazione.
Le alternative ci sono, serve solo la volontà politica di introdurle: per esempio si possono mettere in campo FER a ridotte emissioni, solare fotovoltaico, piani colturali indirizzati alla sovranità alimentare anche nell'Alto Mantovano, arboricoltura e molto altro. Invece i reflui zootecnici sono legati a un modello agricolo ormai fuori dal tempo, mettendo a rischio la salute di tutti a causa della resistenza antibiotica (oltre 1000 tonnellate di antibiotici finiscono negli allevamenti italiani, metà in Lombardia). Se vogliamo garantire un futuro si nostri figli e nipoti dobbiamo uscire dalla logica delle combustioni e dei nitrati che favoriscono nutrie, pipistrelli e altre forme di Coronavirus", conclude Pasetti.


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